martedì 30 dicembre 2008

Siamo pronti!


Eccoci qua, dopo un mese dalle primarie, i giovani democratici di Policoro sono ufficialmente nati. Siamo pronti per far sentire la nostra presenza nel partito e sul territorio. Nasciamo con la consapevolezza di attraversare un periodo difficile della politica italiana e locale, ma è proprio ora in questo momento delicato che c’è bisogno di una giovanile forte e radicata.

Siamo un gruppo energico, compatto ma soprattutto pieno di entusiasmo pronti a metterci al servizio del nostro paese. Vogliamo dimostrare e far capire che la politica non è solo quella che ascoltiamo o vediamo in televisione, la politica è anche e soprattutto passione. La passione che spinge ogni ragazzo a fare sacrifici di ogni genere per il bene comune.

Noi vogliamo portare questo nostro entusiasmo al di fuori della sezione, in mezzo alla gente, ai ragazzi, che sono delusi dalla politica e sono disinteressati da argomenti che riguardano il loro futuro. Vogliamo portare questa nostra voglia di fare ai genitori al fine di dargli una speranza di cambiamento in questo periodo ombroso. Vogliamo dimostrare che si può fare una politica nuova, una politica pulita, una politica che tratta argomenti che sono di interesse pubblico, perché la politica deve essere di interesse pubblico. Agiremo attraverso iniziative di ogni genere e cercheremo di comunicare con i giovani attraverso il nostro linguaggio, per far capire loro che la politica non è poi così lontana da tutti noi, ma nello stesso tempo comunicheremo con i meno giovani per dare loro fiducia nei ragazzi e di conseguenza fiducia nei propri figli.

Noi ci crediamo e cercheremo di trasmettere la nostra speranza ad altri per diventare un gruppo sempre più numeroso e consistente e portare avanti iniziative sempre più importanti.

Forza ragazzi è arrivato il momento di contare qualcosa nella vita di Policoro.


Roberto De Giorgio

Coordinatore di segreteria Gd Policoro

pace..

domenica 28 dicembre 2008

Intervento in assemblea costituente regionale

Il mio intervento non può prescindere da una domanda forse banale ma a mio avviso, inevitabile in questa fase:
..Qual’ è il ruolo funzionale che possono avere i Giovani Democratici di Basilicata per il futuro della nostra amata Regione?
Quale può essere il valore aggiunto di una giovanile al nostro partito? Io credo in una grande organizzazione giovanile,
Una organizzazione che può dare il suo contributo con la propria coerenza e la propria fermezza.
Che può suggerire strade e scelte più consone alle sfide che il nostro paese, e la nostra regione devono affrontare, e mi riferisco all’economia, all’ambiente e in particolar modo alla ricerca.
Voglio e mi sento parte di una giovanile caratterizzata da ragazzi ambiziosi, che non vivono di rivendicazioni, ma che si caratterizzano per la loro freschezza politica!
Si parla di ricambio generazionale, di facce nuove e pulite, bene, la giovanile è tutto ciò, rappresenta la speranza e il futuro.
Le differenze col passato sono già evidenti, siamo ragazzi che fanno sensibilizzazione politica attraverso i vari blog, attraverso Facebook, siamo capaci di leggere ed interpretare in maniera ottimale il linguaggio e i messaggi dei nostri coetanei ma siamo anche ragazzi con i piedi per terra.
Non dobbiamo dunque,
fare l’errore di confondere il virtuale con il reale, e per questo dobbiamo continuare ad animare le sezioni,
perché la politica non è niente senza la gente,
e la gente ha bisogno di un legame, ha bisogno di dimostrazioni,
ha bisogno della nostra presenza.
Dobbiamo esserci soprattutto per i tanti ragazzi che hanno perso la voglia di fare, che non credono più alle favole, che sono rassegnati all’idea del precariato e che sono stanchi di un sistema politico logorato dai troppi scandali e dalle troppe vergogne!
Noi siamo ragazzi che fanno politica per passione, e non per interessi personali, credono in quello che fanno, e esigono lo stesso dai propri rappresentanti!
Guardate,
Il richiamo ad una grande campagna di sensibilizzazione nel nostro partito sulla questione morale non può non essere un punto cardine della giovanile democratica di Basilicata! Non vogliamo essere giustizialisti, non ci appartiene,
Vogliamo solo chiarezza.
Nessun imputato è colpevole sino alla condanna definitiva,
lo so bene, ma ragazzi,
leggere sulle prime pagine dei giornali che la Basilicata è affiancata per motivi giudiziari a regioni come la Campania e l’Abruzzo, a me fa rabbia!
Mi fa rabbia persino il sospetto!
La Basilicata in ottica nazionale non può essere citata solo ed esclusivamente per le vicende legate alla magistratura,
vorrei e penso tutti condividiate,
che si conoscessero aspetti migliori,
qualità come: tradizione, principi, valori, genuinità.
Non penso sia sottovalutabile questo aspetto.
Altro punto fondamentale è l’ambiente,
vedete, il ddl 1441 proposto dal Ministro Scajola sul tema dei rifiuti nucleari (sito unico) e della realizzazione di cinque centrali nucleari nel territorio italiano, passato alla camera ci fa paura.
E questa volta non ci sarà nessuna battaglia di Scanzano che tenga,
il governo è deciso!
Mi preoccupano i modi, i tempi ed è inutile nascondere le mie paure,
avere un sito unico delle scorie nucleari, o una centrale nel nostro territorio, significherebbe la fine, sappiamo tutti che è stato dimostrato da più periti qualificati che Scanzano Jonico e i territori circostanti non sono adatti ad ospitare questo sito.
Il nostro territorio vive di turismo e agricoltura, la nostra regione ospita un parco nazionale, diverse oasi del WWF con la presenza di alcune specie protette, e per questo spero e credo che la giovanile democratica si schieri in maniera netta e forte contro questo ddl!
Poi sul nucleare a livello nazionale, come soluzione ai nostri gravissimi problemi di approvvigionamento energetico possiamo aprire tutte le discussioni che vogliamo, anzi ben vengono iniziative in merito, ma adesso servono posizioni non ambigue, ma azioni concrete!
Ragazzi, in noi risiede la speranza, a noi non appartiene il futuro, ma il presente! Solo se non avremo il timore di schierarci a volte anche contro il partito, rivendicando la nostra autonomia, e attraverso la criticità costruttiva che ci ha sempre contraddistinto, riusciremo ad apportare al partito, il nostro valore aggiunto, unico motivo della nostra esistenza.


Francesco Lattarulo
Membro assemblea constituente Regionale Gd Basilicata

sabato 27 dicembre 2008

Lunedì alle 17 e 30 ti aspettiamo!


Il 29 Dicembre 2008 si terrà una riunione organizzativa dei Giovani Democratici di Policoro, presso la sezione centrale del PD, alle ore 17.30!


Punti all' o.d.g. :


- Ufficializzazione dei componenti della segreteria dei GdPolicoro;

- Discussione assemblea regionale del 28/12/2008;

- linee programmatiche

- vari ed eventuali.

Vi aspettiamo numerosi!

giovedì 25 dicembre 2008

Ciò che si è detto nell'ultima riunione..

Nella sede centrale del Partito Democratico di piazza Heraclea, Policoro, si è riunita la componente giovanile, ancora non molta folta ma fatta di ragazzi svegli che hanno voglia di mettersi subito a lavoro. I temi affrontati sono stati tanti.
Innanzitutto una sintesi sull’incontro tenutosi a Matera qualche giorno fa; in quella sede erano stati affrontati principalmente argomenti di politica nazionale e in particolar modo il nucleare. Questo argomento è stato riformulato in termini locali, conducendo il dibattito sul sito unico e su Scanzano Jonico.
In secondo luogo, si è discusso a proposito della candidatura a segretario regionale; visto il ruolo importante e di responsabilità si pensa ad una persona con esperienza all’interno delle vecchie istituzioni giovanili in grado di dare la sua ampia disponibilità e con una buona capacità di relazionarsi e di proporre soluzioni.
Chiaramente ci si è confrontati sulla figura di segretario comunale. All’unanimità abbiamo deciso di rimandare tale decisione di qualche mese, quando il gruppo sarà più compatto e più maturo. In questi mesi si procederà con un organo di coordinamento aperto composto da 4 membri che si impegneranno ad organizzare mensilmente incontri ed attività di vario genere. I nomi dei membri di tale coordinamento non sono ancora resi noti perché non ufficiali, si procederà all’ufficializzazione nel nuovo incontro che si terrà il 29 dicembre, sempre nella sede del PD, alle 17e30. In quella occasione si discuterà anche dell’assemblea regionale che si terrà il 28 dicembre a Potenza, alla quale parteciperanno i rappresentanti neoeletti di Policoro.
Vi invitiamo dunque a partecipare e a dare la vostra disponibilità.
Il Partito Democratico è in un momento difficile, ha bisogno di crescere e di mettere radici, per fare ciò ha bisogno di uno sviluppo a livello locale, un partito non può essere fatto solo di programmi e disegni di legge, un partito deve essere presente nel Paese, le sezioni devono tornare a essere piene di gente che ha semplicemente bisogno di essere ascoltata o che vuole essere utile alla propria città. E noi, giovani democratici, dobbiamo dare il nostro contributo, avere una nostra identità, portare in primo piano i problemi che ci riguardano da vicino, come la scuola, l’università, e per farlo dobbiamo essere tanti e con le idee chiare, dobbiamo metterci passione e coinvolgere chi questa passione non l’ha ancora trovata.

Vittoria Purtusiello
Membro Assemblea Costituente Regionale Giovani Democratici di Basilicata

lunedì 22 dicembre 2008

L'importanza di esserci! - di Mariano Mele

Il recente movimento studentesco,che per settimane ha sfilato per tutte le strade d'Italia, ha dimostrato come i giovani d'oggi, se possibile anche piu' di quelli di ieri, siano presenti,attivi e vogliano fari sentire. La cosidetta "onda" e' stata uno straordinario movimento di protesta ma anche di alternativa costruttiva, alle scelte miopi e arroganti del governo Berlusconi. Al di la' dei buoni risultati che queste manifestazioni hanno conseguito, il dato di fatto e' che i ragazzi hanno dimostrato di esserci. Esserci non per fare la presenza, non per manifestare una contrarieta' aprioristica e sterile, ma bensi' per dire un no consapevole e responsabile al modello di governo, di societa' e di scuola che la destra vorrebbe imporci.

Una societa' dove fanno notizia solo i calciatori con veline a seguito,o ignobili reality show, e che invece tende a rendere sempre piu' insicuri l'universita' e il lavoro, che azzera di fatto la ricerca e gli incentivi ai giovani,che umilia il merito a favore del servilismo e dell' ignoranza, che in definitiva rende difficilissimo sperare in un futuro diverso.

Di fronte a questo noi ragazzi dobbiamo cercare di esprimere il nostro dissenso, in maniera ferma,ma critica.
E' proprio la ricerca di questa criticita' di giudizio che a mio parere,deve essere al centro dell'attivita' di un ramo giovanile di partito.
L'importanza di ricercare e trasmettere quei strumenti, necessari per riflettere su cio' che ci circonda,senza uniformarsi al pensiero, o meglio non-pensiero unico e dominante,veicolato dai media.
Tutto cio' e' finalizzato a creare un'alternativa sociale ed educativa,che per forza di cose deve essere diversa da quella che oggi, sta portando noi giovani verso un futuro a dir poco grigio e scarno di opportunita'.
Ed e' per questo, per intraprendere insieme questo difficile percorso, che invitiamo tutti i ragazzi di buona volonta'(come si diceva una volta), a patecipare alla riunione dei Giovani Democratici che si terra' mercoledì 24 Dicembre alle ore 11 e 30 nella sede del PD di Piazza Eraclea. A tutti quelli,spero molti, che ci saranno, vorrei chiedere (con una citazione) di farsi guidare dall'ottimismo della volonta', piu' che dal pessimismo della ragione.
Arrivederci a presto.


Mariano Mele
GD Policoro

L'intervento del segretario Nazionale Fausto Raciti alla prima assemblea Nazionale dei Gd

Cari Giovani democratici,
siamo arrivati alla prima meta.
Oggi, con questa prima assemblea nazionale, inizia la nostra storia, quella della più grande organizzazione giovanile di questo Paese. Una storia nuova, la nostra pagina bianca su cui scrivere insieme. Vi ringrazio per la vostra presenza, che smentisce le fosche previsioni di qualcuno e che mette in luce come tutti noi sentiamo la responsabilità del compito che ci aspetta.

Il 21 novembre più di centomila ragazzi hanno deciso di dedicare tre minuti del proprio tempo per lanciare un messaggio: noi ci siamo e vogliamo riprenderci la parola.

Quella stessa parola che è ogni giorno negata ad una generazione che viene spesso raccontata, ed in mille modi diversi, ma che quasi mai è messa in condizione di raccontarsi da sé. Ma di una generazione che quando lo fa stupisce. Perché stupiscono i numeri delle nostre primarie, frutto della passione di migliaia di ragazzi che con questa prova di democrazia si sono cimentati. Perché ha stupito l'Onda, che, nel corso di questi mesi ha riempito le pagine dei giornali per via dei propri numeri, ma che ha sorpreso tutti per le proprie qualità, lontane dalla descrizione che della nostra generazione fanno stancamente grandi media e stanca sociologia. Ho visto un movimento che ha fischiato Beppe Grillo ed applaudito il Presidente Giorgio Napolitano. Non siamo la generazione dell'antipolitica, tutt'altro.

Diverso dai movimenti che hanno costellato gli ultimi 10 anni di vita di questo Paese, ma che ha avuto chiari i propri obiettivi: difendere il mondo della scuola, dell'università e della ricerca per difendere il proprio futuro, rivendicando una redisrtibuzione delle risorse diversa da quella praticata dal Governo, disposto a caricarsi sulle spalle il prezzo della Bad Company Alitalia ma sempre pronto a scaricare questa generazione, l'anello debole della catena, quello che rischia più di ogni altro di pagare il prezzo di una crisi finanziaria che si sta rapidamente trasformando in crisi sociale.

Una crisi che è nata sopra le nostre teste, maturata nel silenzio e fragorosamente esplosa, di fronte a cui, tra tanti, risalta un interrogativo: chi ne pagherà i costi? Tutti, in un patto di solidarietà che non peggiori i già ingiusti ed immobili assetti sociali di questo Paese, o solo alcuni, come in un patto silenzioso tra i veri insider del nostro sistema, le vere caste che sembrano avere già deciso che scatenare un guerra tra poveri sia il modo migliore per autoconservarsi. E allora via alla guerra tra lavoratori dipendenti e precari, tra chi perde potere d'acquisto e chi non ha la minima certezza del proprio domani.

Dalla nostra generazione è arrivata la prima risposta, la prima parola non balbettata, la parola di chi vive nel tempo delle grandi paure e delle passioni tristi, di chi ha conosciuto tutti i significati della parola interdipendenza e ne ha capito il principale: non è possibile affrontare i problemi della nostra quotidianità senza incrociare le grandi scelte strategiche di chi oggi governa il nostro Paese, l'Europa, il mondo.

Ma una generazione che continua tenacemente a coltivare il sogno conservatore e rivoluzionario di potere essere autonoma nella scelta dei percorsi di vita di ciascuno. E che nella negazione di ciò che per era scontato per i nostri genitori ha forgiato il proprio punto di vista sul mondo.

Un lavoro, una casa, una famiglia. Sta tutto qui questo sogno negato.
Ma negato da chi e perchè? E' questa la domanda cui rispondere per trovare la nostra via d'uscita. Negato da chi ha edificato questo Paese in funzione dei propri interessi, negato da una generazione, che governa ancora questo Paese in ogni suo ambito, cresciuta sulla cultura dei diritti senza responsabilità. Che per sé ha chiesto ed ottenuto quasi tutto, ma che non si è mai posta il problema di cosa sarebbe successo a chi sarebbe venuto dopo. Vittorio Foa, che è stato uno dei più controversi interpreti del nostro tempo, in un suo libro, Passaggi, scriveva: “due sono i vuoti della democrazia di cui si parla pochissimo. Essi riguardano il tempo e lo spazio. Così come la conosciamo anche se espressa nel modo più corretto di volontà collettiva, comprende pur sempre solo i cittadini di qui e di oggi, salvo poche irrilevanti eccezioni. Il potere di cambiare il destino dei non nati e dei cittadini del futuro è oggi più grande che in passato”. Essere consapevoli di questo significa davvero superare il '68, superare l'epoca in cui la conquista di diritti è avvenuta solo per chi era qui ed ora. Capirlo significa porre davvero le basi per una cultura politica innovatrice, che parla il linguaggio del futuro.

Fuor di retorica noi paghiamo il prezzo il conto che questa cultura ci ha lasciato: il terzo debito pubblico del mondo che rende difficilissimo pensare ad un welfare che non si limiti e redistribuire ricchezza ma che offra opportunità di mobilità sociale, un sistema previdenziale squilibrato, che penalizza chi sceglie di rischiare e chi, a rischiare, è costretto da un mercato del lavoro che consegna tanti di noi ad una giovinezza eterna, con la falsa promessa del lavoro flessibile e ben remunerato sulla base delle competenze di ciascuno e che diventa poi l'incubo di chi vive nell'incertezza del proprio futuro e nella certezza di uno stipendio da fame.


Noi possiamo provare a riscattarci. I Giovani democratici non sono e non saranno il sindacato dei giovani né il movimento dei giovanilisti. Se davvero scegliamo di associare diritti e responsabilità sapremo essere i migliori garanti dell'interesse collettivo di un Paese, come delle nostre comunità. Sperando di essere così utili alla causa nobile e difficile del Partito democratico.

Ci riscatteremo se sapremo anteporre le politiche alla politica. Ci riscatteremo se saremo in grado di sfatare, intanto, uno dei luoghi comuni più diffusi degli ultimi 15 anni. Se sapremo dire che non si può più avere paura della spesa pubblica, se sapremo urlare che non basta il mercato a consentire a ciascuno di costruire in maniera autonoma il proprio percorso di vita. Basta con la retorica neoliberista del mercato, basta con il mito delle riforme a costo zero.

Il problema è, semmai, che in Italia la spesa pubblica è sempre rivolta ad accontentare interessi corporativi, categorie che ripagheranno coi loro consensi alla prossima tornata elettorale, che divorano risorse senza produrre sviluppo. Investire su scuola università e ricerca, significa invece fare un investimento che è destinato a dare i propri frutti nell'arco di quindici anni, ma con una rendita di otto volte quello che si è investito.

Rispondere a questa sfida significa cominciare a guardare alla politica in maniera nuova, diversa da quella che si svolge tra le aule parlamentari ed il dibattito sui quotidiani. Significa restituire alla politica la parola Europa, intesa come unico spazio sociale, economico e politico all'interno del quale è possibile tenere insieme sviluppo, coesione sociale e democrazia. Recuperare al nostro lessico l'idea di modello sociale europeo, di economia sociale di mercato che è la cifra vera di un modello di sviluppo non disumanizzante, capace di dare forma a quell'Umanesimo integrale di cui Jaques Maritain parlava e che è il più importante punto di contatto tra la cultura socialista e quella cristiana.

Vale tanto più per noi, che viviamo nell'epoca in cui di Europa e Mediterraneo una generazione, la nostra generazione, sta diventando cittadina. Ampliare i programmi di mobilità eurpoea, farne lo spazio in cui si possa vivere, studiare e lavorare significa creare le condizioni cambiare anche il nostro Paese.

Rispondere a questa sfida significa restituire il proprio significato alla parola territorio. Troppo spesso la parola territorio è utilizzata come oggetto contundente nel nostro dibattito, ma forse merita una riflessione più attenta. Dal territorio, dalle autonomie locali, dalle scuole e dalle università dell'autonomia, passa oggi per noi, Giovani democratici, la sfida più alta ed a noi più congeniale.

Territorio non è una sommatoria di circoli e strutture burocratiche, territorio è progetto di siluppo, capacità di produrre in maniera autonoma proposta politica. Dalle autonomie passa l'erogazione del welfare, dalle autonomie passa la capacità di università, imprese, forze sociali di affrontare le sfide del mercato globale, dalle autonomie passa la possibilità di fare in Italia politiche di integrazione che ci allontanino dal rischio di risvegliarci nelle banlieue di Parigi.

Stare dentro questi luoghi di decisione significa per un'organizzazione giovanile diventare determinante. Significa contribuire in maniera determinante a cambiare il Paese. E per starci, occorre che la nostra, anche la nostra, sia un'organizzazione davvero federale, che permetta ai territori di esprimere davvero la propria autonomia politica, che è l'antidoto vero alle ricette burocratiche che vorrebbero dividere anche il nostro partito tra nord e sud. Come fossero elementi contrapposti o contrapponibili, interessi diversi e necessariamente confliggenti.

Territorio significa anche capacità di contribuire alla costruzione di un'agenda politica nazionale all'altezza dei conflitti che scorrono nelle vene della società italiana e che non siamo in grado di leggere.

E forse queste difficoltà sono la ragione più profonda della crisi di credibilità che sta investendo molte delle amministrazioni guidate dal nostro partito. Credo che, di quella che in molti chiamano questione morale e su cui la stampa sta costruendo una violenta campagna ai danni del Pd, questa sia la radice più profonda. Le vicende giudiziarie, partendo dalla presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, avranno il loro corso, ma il problema resta in piedi. Ed è dato dalla carenza di progetto politico, di sensibilità al bene comune, che finisce per far prevalere interessi particolari, piccoli potentati locali, rendite elettorali di carattere personale. Il Partito democratico non può permetterselo e deve dare una risposta forte.

Non ci interessa affermare diritti di successione dovuti all'età anagrafica, ci interessa avere un partito nel quale ciascuno possa essere misurato per quello che vale, per la capacità che ha di costruire consenso attorno alle proprie idee. Solo così un partito si rinnova. E noi possiamo dare il nostro contributo, proprio partendo dalle prossime tornate amministrative, nelle quali dovremo essere in campo.

Dipenderà da noi l'essere il successo o l'insuccesso del Partito democratico. Veniamo da mesi di tortuosità regolamentari, che ci hanno tolto tempo ed energie. Ma oggi siamo qui. Le nostre primarie non sono state, nonostante le difficoltà, un fatto semplicemente burocratico. Sono state un momento di partecipazione intenso, talvolta conflittuale, come è giusto che sia in democrazia. Dobbiamo capire insieme come vogliamo spendere questo patrimonio di partecipazione e fiducia, che organizzazione vogliamo fare. E dobbiamo fare in fretta. So che la convocazione di questa prima assemblea nazionale per oggi ha suscitato qualche perplessità, ma anche una settimana è ormai preziosa. Da oggi cominceremo a costruire un'organizzazione diffusa, fatta di capacità di stare sul territorio e nei luoghi della nostra generazione. Badate, non è un fatto puramente organizzativo. Non lo è perché più saremo in grado di darci una forma e di rappresentare sensibilità e territori, più saremo distanti da quella caricatura che in molti si sono divertiti a fare di noi, dipingendoci come la copia in sedicesimo del nostro partito.

Dobbiamo investire nell'associazionismo studentesco, negli spazi larghi delle organizzazioni plurali. Dobbiamo mettere in rete le esperienze dei nostri giovani amministratori e le buone pratiche che ogni territorio sviluppa. Dobbiamo partire da subito con l'iniziativa politica diffusa sul diritto al sapere, sul diritto alla casa, su quello alla mobilità. Dobbiamo stare da subito sui temi di frontiera che condizioneranno il futuro del Paese. Dobbiamo restituire significato alla parola cittadinanza nel momento di massima crisi degli stati nazione. E bene ha fatto, ieri, Walter Veltroni, a porre il tema del voto ai sedicenni, perchè anche così si cambia un paese.

Siamo la prima generazione di democratici, lo saremo meglio e di più se sapremo custodire gelosamente la nostra autonomia, se sapremo offrire politica con tutti gli strumenti di cui siamo capaci, se sapremo parlare lo stesso linguaggio fatto di libertà, di passione politica, di partecipazione. Che non è solo mettere una x su una scheda elettorale, è contribuire al dibattito e fare battaglia delle idee.

Non saremo un'organizzazione di soldati, pronti ad obbedire agli ordini ciascuno del proprio capo, saremo un'organizzazione di guerrieri, di ragazzi che pensano, scelgono e danno battaglia.

Per riprenderci il nostro diritto fondamentale, quello che ha mosso da sempre le forze vere della storia. Il diritto alla speranza.

venerdì 19 dicembre 2008

Noi..ci stiamo iniziando a preoccupare..

Iniaziative ufficiali come lo è stato il consiglio comunale aperto su "il ritorno al nucleare" ben vengano nella nostra comunità, ieri sera è stata una bella discussione..
La paura è tanta, la preoccupazione nel discutere gli stessi argomenti..gli stessi di 5 anni fa..
Sito unico delle scorie nucleari.. con l'aggravante della costruzione di centrali!
Il governo berlusconi è stato chiaro.. L'italia deve ritornare a produrre energia nucleare!
Purtroppo..a mio avviso.. il governo è netto e fermo su questa posizione!
Il ddl "sviluppo proposto dal Ministro Scajola sul tema dei rifiuti nucleari (sito unico) e della realizzazione di cinque centrali nucleari nel territorio italiano.” passato alla camera ci fa paura!
Adesso sarà presentato al senato.. confidiamo nel buon senso dei nostri senatori lucani..di destra e di sinistra..
Il pericolo è alle porte..

giovedì 18 dicembre 2008

Voglio..

Un bambino nei suoi primi mesi di vita non può e non deve affrontare insidie, deve essere protetto e curato da chi lo ha messo al mondo e da chi gli vuole bene. E allora io, che al Partito Democratico ci credo, io che vorrei fare cento, mille cose per questo nascituro, pur non essendo sua madre, suo padre ma una semplice conoscente al primo sguardo, mi chiedo il perché di tutto ciò. Perché chi questo partito dovrebbe amarlo non fa niente per farlo crescere?

Non mi piace correre, e arrivare a conclusioni affrettate, né tanto meno giudicare senza dare tempo a magistrati e ad accusati di mettere tutte le carte in tavola, ma la sola idea che le persone sbagliate siano tra le file del Partito Democratico mi fa scattare dentro un sentimento forte come la rabbia.

Si, può sembrare esagerato ma è così, io voglio stare dalla parte giusta, voglio poter urlare la mia integrità morale e quella delle persone che sostengo. Voglio essere fiera e inattaccabile. E non dovrei essere solo io a pretendere questo ma tutti, tutti quelli che si sono impegnati per questo partito, tutti quelli che hanno lottato per farlo nascere e che adesso vogliono vederlo all’opera.

Non mi interessa se ad essere coinvolte sono teste di sinistra o di destra, non mi interessano i complotti e i sodalizi. Quello che pretendo è serietà, non possiamo cercare piazze colme e dimostrazioni di affetto; come si fa ad avvicinare la gente alla politica se poi da offrire ci sono delusioni gratuite come queste?
E allora si puntino i piedi, si usino toni forti, si facciano gesti concreti per mettere alla porta i sospetti se tali rimanessero, o i colpevoli se tutto fosse dimostrato.

Io vorrei sentirmi lucana sempre, vorrei che tutti conoscessero la mia terra perché è piena di risorse e di valori e non per i disastri che un pm tira fuori da un cappello di magia nera. Sono stanca di raccontare alle persone che incontro quello che di bello c’è nella mia regione, vorrei che tutti la apprezzassero e che i giornali e le televisioni ne parlassero per altre motivazioni.
Spero che non resti un desiderio.

Vittoria Purtusiello
Assemblea Costituente Regionale Giovani Democratici

domenica 7 dicembre 2008

L'inizio di una grande avventura...

Venerdì 21 Novembre in tutta Italia hanno votato circa 120.000 ragazzi compresi tra i 14 e i 29 anni per eleggere i propri rappresentanti del PD nelle assemblee regionali e in quella nazionale. In Basilicata si è avuto un grande risultato, infatti sono andati al voto circa 10.000 ragazzi, che in rapporto alla popolazione è il dato più alto registrato in Italia. Di questi 10.000 ragazzi più di 3.000 solo nella provincia di Matera, di cui 96 hanno scelto di dare la loro fiducia e il loro voto a me, Roberto Mele, un ragazzo di 19 anni di Policoro, studente di Scienze della Comunicazione all´ Università di Bari, alla mia prima esperienza politica. Per questo piccolo, ma per me grande risultato ringrazio naturalmente tutti coloro che mi hanno votato, ma anche gli altri candidati come Vincenzo Logorio per l´assemblea nazionale, il mio amico "avversario" Ciccio Lattarulo e Vittoria Purtusiello, a cui faccio gli auguri per la loro elezione. Mi auguro che la fiducia che tutti mi hanno concesso con il loro voto sia ricompensata con il mio lavoro e la mia passione. Il mio obiettivo primario sarà quello di rappresentare tutti i ragazzi della Basilicata, ma soprattutto quelli di Policoro e di portare la loro voce e i loro problemi di qualunque genere all´ attenzione dell´ assemblea. Spero, infine, che questa elezione sia solo l´inizio di una grande avventura che mi porti a crescere sia dal punto di vista umano che politico e penso che sia una grande occasione per il PD di Policoro avere due giovani rappresentanti che con il loro entusiasmo portino nell´ assemblea un contributo importante.

Roberto Mele

Membro dell´assemblea regionale dei giovani democratici



martedì 25 novembre 2008

Spero sia un felice inizio..!

121 623. Sì! sono stati davvero tanti i Giovani Democratici al voto. All’inizio tanti dubbi, tante discussioni, e poi tante date, tutto da definire, e infine il 21 novembre. Ragazzi e ragazze con una gran voglia di partecipare, di impegnarsi, di dimostrare a tutti che ci può ancora essere una politica fatta di idee, di lealtà e di sana competizione. E nonostante il silenzio della stampa e della tv l’obiettivo è stato raggiunto nel modo più chiaro possibile.I mezzi sono cambiati, il duello si è consumato su facebook e sui blog dei candidati, il confronto però è stato vero, e i temi lo sono stati altrettanto, il lavoro, la scuola, l’ambiente. Insomma il futuro. Queste primarie sono state la dimostrazione che la politica interessa ai giovani e che non tutti la guardano con sospetto. Sono state un’occasione per i ragazzi e le ragazze come me che hanno trovato il coraggio di mettersi in gioco e di presentare la propria candidatura, e un’occasione per chi era già dentro questo mondo e ha voluto rilanciarsi, come lo stesso segretario neoeletto. Infondo i risultati non contano, vinceremo tutti se la nostra voce si sentirà forte e chiara, se i nostri propositi avranno la forza di concretizzarsi.Per quanto riguarda me non posso far altro che ringraziare tutti, chi ha votato, chi non lo ha potuto fare e chi mi è stato vicino in questa nuova e davvero entusiasmante avventura, spero sia un felice inizio.

Vittoria Purtusiello

Membro assemblea Regionale Giovani Democratici di Basilicata

domenica 23 novembre 2008

PRIMARIE GIOVANI PD. OLTRE 10 MILA AL VoTO..LACORAZZA: "È LA FORZA DEL FUTURO"

“Sono stati 10.490 i lucani tra i 14 ed i 29 anni che nella giornata di ieri hanno votato, nei 103 seggi presenti in tutta la Basilicata, per dare vita al movimento giovanile del Partito Democratico”. Lo ha dichiarato Salvatore Lagrotta a nome del Comitato regionale dei garanti per le primarie dei giovani Pd.
“7.020 sono stati i votanti nella provincia di Potenza e 3.470 nella provincia di Matera. Una grande giornata di festa e democrazia con seggi aperti davanti alle scuole, all’università e nelle piazze di tutta la regione. La partecipazione dei giovani lucani alle primarie del 21 novembre è stata tra le più significative in Italia dove hanno votato in totale circa 121 mila persone. Si tratta del dato di partecipazione più alto in rapporto alla popolazione nell’intero Paese”.
“La giornata delle primarie” – ha dichiarato Giovanni Casaletto -“è un passo importante nello sforzo del Pd di intercettare ansie e speranze delle giovani generazioni a partire da grandi temi come la scuola, il lavoro, lo sviluppo sostenibile”. “La giornata delle primarie – ha aggiunto Marco Cappa – ha confermato che nei giovani lucani c’è una risorsa fondamentale che tutta la nostra comunità deve saper valorizzare e mettere a sistema”.
Nella giornata di martedì sarà convocata una conferenza stampa dal comitato promotore regionale per presentare i risultati delle primarie.
Alla conferenza di martedì parteciperà anche il segretario regionale Piero Lacorazza, che oggi ha commentato il dato dell’affluenza sottolineando che “questo popolo che ha fondato i Giovani democratici rappresenta la forza del futuro ed un segnale positivo ed incoraggiante per la Basilicata e per il Partito Democratico”.

mercoledì 5 novembre 2008

Obama presidente!! nulla in questo mondo è impossibile!




La lettera

"Caro Obama, con la tua vittoria
si può sognare un mondo migliore"

Questo è il testo della Lettera spedita da Nelson Mandela a Barack Obama

Caro Senatore Obama,
Ci uniamo al popolo del suo Paese e di tutto il mondo nel congratularci con lei per essere diventato il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti. La sua vittoria ha dimostrato che nessuna persona, in nessun luogo al mondo dovrebbe astenersi dal sognare di volere cambiare il mondo affinché diventi un pianeta migliore.
Prendiamo atto e plaudiamo al suo impegno di sostenere la causa della pace e della sicurezza in tutto il pianeta. Confidiamo inoltre che lei faccia rientrare nella sua missione di presidente anche la lotta alle piaghe della povertà e della malattia in tutto il pianeta.
Le auguriamo forza e decisione nei giorni e negli anni difficili che le stanno davanti. Siamo sicuri che lei alla fine conseguirà il suo sogno, quello di rendere gli Stati Uniti d'America un partner a pieno titolo di una comunità di nazioni dedite ad assicurare pace e benessere a tutti.
Con i miei più sinceri auguri,

(Traduzione di Anna Bissanti)

(5 novembre 2008)

Il discorso del 44° Presidente degli Stati Uniti d'America! Barack Obama!

Prima parte













Seconda Parte

martedì 4 novembre 2008

Obama for President!

Nell’ottobre del 2006 Time pubblicò in copertina il primissimo piano di un politico americano emergente. Senatore di nuova esperienza, un avvocato eletto nell’Illinois, carico dell’esperienza da assistente sociale e di frequentazioni assidue nella chiesa evangelica. A contatto strettissimo con i cittadini di Chicago, toccato e ascoltato durante gli incontri pubblici, riconosciuto dai poveri nei quartieri, ma dall’aria intellettuale vagamente east coast. Un tipo decisamente nuovo rispetto ai politici alla ribalta sulla scena americana, almeno per la singolare biografia. Madre e padre non sposati, lei del Kansas lui keniota, nato alle Hawaii, infanzia in Indonesia, laurea ad Harvard, una vita costruita per scelta a Chicago, il lavoro come specializzato in diritti civili in un piccolo studio legale. Eppure Time buttava lì: “Ecco perchè Barak Obama può essere il prossimo presidente”. La maggior parte degli americani non sapeva neppure chi fosse.

Chissà se quelli di Time ci credessero davvero. Due anni fa John McCain era già un senatore conosciuto e rispettato, già in precedenza attraversato dalle tentazioni presidenziali. In linea con Bush, ma anche no. Sì alla guerra in Iraq, ma no alle politiche sugli immigrati per dirne una. Maverick, uno che va un po’ da sé, lo chiamavano così, forse anche perché il suo Arizona suggerisce sapori da frontiera del west. Poi ultimamente è andata in modo diverso, la complessità dell’elettorato del Grand Old Party ha suggerito a McCain di rispolverare una linea conservatrice più ortodossa, un po’ di vena prolife è più timidezza sulle unioni gay, addirittura una candidata vice con fucile in mano e religiosità militante. Obama nei mesi si è fatto conoscere e si è candidato, ha vinto le primarie cominciando a sorpresa dall’Iowa, ha coinvolto persone come mai si erano viste, ha spostato la convention Democrats addirittura in uno stadio di football da novantamila posti. È diventato una specie di rockstar planetaria, ha pure trovato due giorni di tempo in campagna elettorale per salutare ad Honolulu la nonna morente.

E ora si vota. Insomma sì, sembra incredibile, ma questo Obama è arrivato a giocarsela. Una decina di anni fa non riuscì neppure a farsi accreditare per partecipare alla convention democratica. McCain ci prova fino alla fine, gira sei stati in un giorno, alza le braccia quel tanto che può per scaldare la folla e pigliarsi gli ultimi voti. Ha 72 anni, ma una forza incredibile. Riconoscerà pure lui di essersi trovato a competere in un momento sfortunato. Un nero alla Casa Bianca, proprio ora che i suprematisti bianchi orfani del KKK si riorganizzano nel sud. McCain corre contro la storia che si compie, una cosa che si era vista solo nei film con Morgan Freeman e nei telefilm con Kiefer Sutherland. Ed un Paese che prova a chiudere il cerchio con la naturalezza di un evento che ormai è tanto epocale quanto atteso. La mia idea (o il mio pronostico) è che Obama vincerà, ma non stravincerà: secondo me prende tra i 270 e i 290 grandi elettori, ma fa lo stesso.

Basta a cambiare le cose. Domani potrebbe essere davvero un altro giorno.