sabato 19 luglio 2008

Fragole e uranio..

Vi segnalo il libro "Fragole e Uranio" degli amici Pasquale Stigliani e Francesco Buccolo,con prefazione di Beppe Grillo.

Il libro nasce dalle esperienze passate vissute a stretto contatto con la rivolta del 2003 a Scanzano jonico, e dalla continua lotta per la difesa del territorio che ha distinto questi ultimi anni della vita dei due autori, il loro impegno e la loro dedizione contro il nucleare ora occupa un posto nelle bancarelle dei libri.

Nei giorni in cui la questione nucleare torna prepotentemente d'attualità, un'occasione di imparare dal passato: un diario dei giorni di protesta del 2003 contro l'installazione di una discarica di scorie nucleari a Scanzano Jonico raccontato da due dei protagonisti della vicenda.Questa testimonianza vuole essere anche un'occasione per interrogarsi su quel fenomeno che negli ultimi anni, da nord a sud, ha visto l'Italia animarsi di proteste di privati cittadini contro i treni ad alta velocità in Val di Susa, le discariche in Campania, gli inceneritori.
Vedi la presentazione della casa editrice Palomar



Dalla prefazione:
"La gente scesa nelle strade ha spinto i propri rappresentanti a non disattendere il loro mandato, a non agire per l’interesse personale, di partito o di una parte, ricordandogli che il loro unico obiettivo è quello di agire nell’interesse di tutti. Nell’interesse generale"Beppe Grillo

Breve descrizione:

ripercorre la protesta dei cittadini Lucani contro il progetto governativo di installare una discarica di scorie nucleari a Scanzano Jonico. Un racconto svolto da Pasquale Stigliani e Francesco Buccolo, protagonisti della lotta, che hanno dato voce alla rabbia e alla paura di un intero popolo verso scelte troppo spesso azzarddate nei metodi e nei tempi. In un viaggio che va da Terzo Cavone, campo base della rivolta, giunge sino a Roma, gli autori riscoprono solidarietà e comunanza di interessi, quelli stessi valori che hanno caratterizzato le lotte contadine del passato. Pagine di denuncia, dunque, proprio quando il tema della questione nucleare torna prepotentemente d'attualità e disvela il paradosso tra chi ritiene l'energia nucleare fonte di guaddagno e chi guarda all'energia alternativa quale unica via possibile per la salvaguardia dell'ambiente.

Gli Autori:

Pasquale Stigliani (Scanazo Jonico),Laureato in Scienze politiche presso l'Università degli Studi di Bari, è responsabile Comunicazione e Organizzazione di "ScanZiamo le Scorie" dal novembre 2003. Consigliere Comunale a Scanzano Jonico, attualmente è presidente della SEA (Scanzano Energia Ambiente) e segretario generale di Assosolare, associazione che raggruppa le industrie del fotovoltaico.

Francesco Buccolo (Policoro),è insegnante di Lettere e ricercatore presso il Dipartimento di Studi letterali e filologici dell'Università degli Studi di Basilicata. Nel novembre del 2003 a Roma è stato uno dei tanti protagonisti del movimento "ScanZiamo le Scorie-Roma"


venerdì 18 luglio 2008

Il bluff..

E' paradossale che in questo Paese si sia parlato fino a ieri di sicurezza e che oggi discutiamo invece delle misure del governo che prevedono proprio tagli al settore sul quale ha speso tante chiacchiere. Walter Veltroni
E la chiamano sicurezza. Il governo vara una manovra economica che detterà la linea in materia di spesa e tagli per i prossimi tre anni, e in questo piano inserisce la decurtazione dei fondi dedicati alle forze dell’ordine. Ebbene sì. Anche l’altro “tema forte” della destra degli ultimi due anni si rivela un grande bluff. Dopo la mancata diminuzione della pressione fiscale – nelle promesse della campagna elettorale doveva essere portata al di sotto del 40% e invece rimarrà inalterata al 42,9% per arrivare ad aumentare dello 0,2% nel 2010 – ora lo scandalo dei tagli alla sicurezza. Già il tentativo di introdurre la norma blocca processi (o salva premier), per la gioia di ladri, stupratori e imbroglioni, aveva fatto capire che la destra non aveva alcuna intenzione di dare delle risposte alle paure dei cittadini. Paure che, è bene ricordarlo, sono state fomentate e cavalcate dalla stessa attuale maggioranza. A dire di no ai tagli targati Tremonti sono state proprio le forze dell’ordine. Una grande manifestazione di protesta organizzata unitariamente da tutte le sigle sindacali della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale e i Cocer dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell'Esercito, della Marina Militare e dell'Aeronautica è stata organizzata davanti a Palazzo Chigi alla Camera, al Senato “per avvertire i cittadini delle conseguenze nefaste che rischiano di avere sulla sicurezza e sulla difesa i pesantissimi tagli contenuti nella manovra finanziaria emanata per decreto dal Governo, attualmente all'esame del Parlamento per la conversione in legge”.A fianco delle forze dell’ordine, davanti a Montecitorio, c’era anche il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni. “E' paradossale – ha detto – che in questo Paese si sia parlato fino a ieri di sicurezza e che oggi discutiamo invece delle misure del governo che prevedono proprio tagli al settore sul quale ha speso tante chiacchiere”. Il leader democratico osserva un eventuale ripensamento da parte del governo – il premier Berlusconi ha affermato che “non ci sarà nessun taglio” senza però riferire alcun dettaglio né precisazione – “sarebbe una nostra vittoria se davvero fossero ritirati i tagli”. Veltroni si dice però scettico a riguardo e conferma che “in caso contrario attueremo tutti gli strumenti parlamentari per cambiare queste scelte sbagliate”.I presidi interessano anche le prefetture di tutto il Paese. “Per la prima volta nella storia tutte le sigle sindacali e tutti i Cocer del Comparto sicurezza e difesa scendono in piazza, in tutta Italia, per rivendicare il riconoscimento della specificità professionale degli addetti alla sicurezza” dice Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Sappe. I sindacati denunciano che le riduzioni previste per il triennio 2009/2011 mettono a forte rischio la sicurezza dei cittadini. A scorrere le cifre si profila una cura amara per un settore che, in campagna elettorale, è stato issato come una bandiera dal Pdl: taglio del turn over e riduzione netta degli organici, sforbiciata alle risorse finanziarie, dai carburanti alla manutenzione delle auto di servizio, stretta sugli straordinari. In tutto 538,5 milioni. Dalla scure non si salva nessuno: dai Ps ai Carabinieri, dalla Forestale alla Penitenziaria, dalla Guardia di Finanza alla Stradale fino alla Polizia ferroviaria.Minniti: "Il tempo dei bluff è finito. Tagli ci sono e con correzione, peggiorano"Puntuale, arriva la smentita alle parole del premier che lasciavano acceso un barlume di speranza. I tagli nella manovra ci sono e sono ingenti."Il tempo dei bluff - afferma il ministro dell'Interno del Governo ombra del PD - è finito: i tagli alle forze dell’ordine ci sono, anzi, sono addirittura aumentati, e nessuna dichiarazione di Berlusconi o dei ministri può nasconderli. Letto il maxi-emendamento e il testo della manovra, si vede chiaramente che gli uomini impegnati contro la criminalità e per la sicurezza dei cittadini diminuiranno, avranno meno mezzi e meno possibilità di contrasto.Il conto è presto fatto: il taglio annunciato ammonta a quasi tre miliardi e mezzo e la correzione promessa con il maxi-emendamento si rivela un appesantimento di altri 116 milioni di euro rispetto alla prima stesura. Questa è la peggiore risposta che si potesse dare alla protesta dei sindacati di polizia e dei Cocer delle forze armate. Questa maggioranza, che ha condotto la sua campagna elettorale in nome della sicurezza, che ha cavalcato e alimentato le paure dei cittadini, ora come primo gesto concreto taglia le risorse destinate alla sicurezza. Ci saranno migliaia di agenti e di carabinieri in meno sul territorio, i mezzi non si potranno rinnovare e gli strumenti di lavoro, dalle volanti alle nuove tecnologie necessarie alle indagini, scarseggeranno. Per giorni Berlusconi e i suoi hanno provato a negare questa verità, hanno tentato di rassicurare i cittadini preoccupati e le forze dell’ordine messe in agitazione da questa politica di restrizioni. Il Partito Democratico conferma quanto detto, faremo di tutto in Parlamento per bloccare questi tagli".




lunedì 14 luglio 2008

Anci,Santarsiero:"Preoccupato su futuro dei comuni"

Il Presidente dell´Anci Basilicata, Vito Santarsiero, ha partecipato oggi alla riunione dell´Ufficio di Presidenza del Consiglio Nazionale Anci di cui è componente. Al termine della riunione l´Ufficio ha approvato all´unanimità un documento nel quale si esprime "forte preoccupazione per la situazione economica del Paese e per lo stato di forte disagio che le famiglie italiane stanno subendo a causa della stagnazione economica e dell´aumento dell´inflazione. L´ufficio di Presidenza dell´ANCI comunica grande allarme per i contenuti della manovra economica proposta dal governo per gli effetti che essa produrrà sui cittadini dei comuni italiani e che non tiene conto del risultato ottenuto dal comparto comuni che nel 2007 produce un avanzo di 325 milioni di euro. In particolare, preoccupa la mancata copertura del mancato gettito ICI sulla prima casa che, come stimato dall´ufficio studi del Senato, nel 2008 produrrà una minore entrate di circa 800-1000 milioni di euro (a seconda delle voci considerate). Se a questo si aggiungono gli effetti dei tagli ai trasferimenti prodotti dal decreto Visco dal 2007 e dalla legge finanziaria 2008 che producono un ulteriore taglio di 700-800 milioni di euro, nell´anno in corso i comuni avranno una diminuzione di risorse che non sarà inferiore ai 1500 milioni di euro. In questo quadro si innesta la manovra nel 2009 che attribuisce ai comuni un miglioramento del saldo 2007 di 1340 milioni di euro, obiettivo che l´ufficio di Presidenza considera assolutamente non sostenibile e che rischia di tradursi in una contrazione dei servizi verso le famiglie già fortemente penalizzate. L´insieme di queste misure non solo produce una forte limitazione dell´autonomia dei comuni italiani che vedono sensibilmente ridotta ogni forma di autonomo intervento finanziario ed organizzativo e che segna un ritorno centralista in totale antitesi con le riforme che devono portare al federalismo istituzionale e fiscale, ma soprattutto determina l´impossibilità per i comuni di mantenere l´attuale livello dei servizi per i cittadini. La Presidenza dell´ANCI chiede al Governo la ripresa immediata di un confronto per verificare gli effetti delle disposizioni già approvate e di quelle in corso di approvazione onde evitare la ripetizione di un conflitto istituzionale che i comuni italiani vorrebbero evitare ma che rischia di diventare una prospettiva assai concreta." "Emerge sempre più -ha commentato il Presidente Anci Basilicata Vito Santarsiero- un quadro di forte penalizzazione per i Comuni che si riflette negativamente sui servizi a favore dei cittadini e comprime i processi di sviluppo del Paese. Senza tener conto -ha continuato- che la conferma del taglio dei 550 milioni di euro sulle case popolari blocca un' importante azione che era stata avviata a favore dell´edilizia sociale."

domenica 13 luglio 2008

Sanità,il governo vuole tagliare personale e ospedali!!

Giro di vite per il comparto sanità messo a punto dai ministeri dell´Economia e del Welfare. Il Governo Berlusconi, mentre costantemente annuncia in maniera beffarda di avere a cuore gli interessi degli italiani, ha in programma una serie di misure che andranno ad incidere pesantemente sulla vita dei cittadini. I primi tagli interesseranno il personale e i posti letto degli ospedali. Inoltre il governo ha in programma di chiedere un impegno ai governatori delle Regioni ad applicare autonomaticamente i ticket, anche a carico dei non esenti, non appena i conti di Asl e ospedali minimamente accennano a superare il budget. La stretta finale del Governo Berlusconi sul sistema sanitario regionale verrà messa in atto con uno degli emendamenti al decreto legge 112 di stabilizzazione delle finanza all´esame della Camera, un anticipo del "Patto sulla salute" che il governo conta di chiudere con le regioni entro il 31 ottobre 2008. I tagli previsti fanno inorridire Enrico Letta, ministro del Welfare nel Governo Ombra del PD, tagli che Letta definisce "intollerabili e disastrosi, annunciati senza il più piccolo segnale di confronto con chi poi dovrà gestirli, ovvero le regioni". L'azione del governo Berlusconi è realizzata, come denuncia il ministro ombra, "senza porsi in alcun modo il problema delle prestazioni che verranno fatte mancare ai cittadini, peggiorando un servizio essenziale e alla fine dei conti spingendo le Regioni o a indebitarsi massicciamente oppure a mettere loro nuove tasse o ticket sanitari". I tagli annunciati mandano su tutte le furie anche Roberto Formigoni, governatore della Regione Lombardia del Pdl, il quale li stronca licenziandoli come "intollerabili"Sorprendente anche l'abolizione del superticket da 10 euro sulla specialistica, sul quale il governo non intende piegarsi né tanto meno le Regioni. Di fatti la proposta della maggioranza prevede la cancellazione definitiva del superticket dal 1 gennaio 2009 con l´impegno però del governo a farsi carico solo per 50 milioni della copertura totale di 854 milioni prevista dal 2007. In questo modo le Regioni dovranno coprire totalmente la restante cifra, pari a 784 milioni. Non solo il governo chiede ancora in maniera perentoria alle Regioni il taglio del 20% degli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari, dei compensi ai collegi sindacali di Asl e ospedali, e la riduzione degli oneri per gli "organismi politici" e per gli "apparati amministrativi" locali. E non è finita qui perché, nel caso in cui queste misure non siano sufficienti, le Regioni potranno decidere sui ticket, eventualmente graduandoli sulla specialistica, oppure aggiungendo altri ticket per altre prestazioni sanitarie (come per esempio farmaci o altro) in sede locale. Si tratta dunque di interventi rapidi e rigidi che consentono alla maggioranza di ridurre fortemente la spesa sanitaria ai danni naturalmente delle Regioni e di conseguenza sui cittadini, che vedrà in questo modo fortemente penalizzata la risposta sanitaria. Le Regioni ovviamente promettono di dare battaglia a questa serie di misure racchiuse in questi emendamenti al disegno di legge 121, una battaglia che vede in campo anche i governatori del centrodestra, tutti d´accordo e pronti a sferrare una dura opposizione al governo sia sul "Patto sulla salute" che sul superticket. Anzi per quanto riguarda il superticket, gli amministratori ribattono che gli 854 milioni dovrà sborsarli per intero il Governo. Nei prossimi giorni dunque ci sarà lo scontro su questi temi prima in Conferenza unificata proprio sul Dl 112 e subito dopo sul prevedibile maxiemendamento alla Camera con tanto di fiducia, su cui è possibile qualche cambiamento. Misure dunque estremamente pesanti su cui sono pronti a scagliarsi anche i sindacati di settore se saranno confermati i tagli previsti al personale in servizio con l´obiettivo "conseguente di ridimensionare i fondi per la contrattazione integrativa". Il Patto infatti afferma di garantire un "efficientamento del Sistema sanitario nazionale e dei suoi costi" senza scaricare "tensioni nei bilanci regionali extrasanitari" ed evitando, per coprire i disavanzi, il "ricorrere necessariamente alla leva fiscale", come invece accade ora con le super addizionali regionali. Sarà dunque un vero e proprio scontro vista la posta in gioco, uno scontro che al momento vede nell´occhio del ciclone anche la sanità laziale per la quale il Consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento. Marrazzo, governatore e commissario in pectore, non ha nessuna intenzione di accettare alcun incarico né di retrocedere se prima non saranno accolte le richieste avanzate dalla Regione Lazio, tra cui i 5 miliardi di arretrati, in gran parte eredità della giunta Storace, e una spalmatura del piano di rientro. Una guerra all´ultimo sangue, anche perché il Governo fa sapere di essere irremovibile sui 12 punti deliberati dal Consiglio dei ministri, che Berlusconi ha in programma di firmare al suo rientro dal Giappone, dove si trovava per il G8.

martedì 8 luglio 2008

Espropriano la Camera!!

"Il governo non ritira l’emendamento blocca-processi e vuole espropriare le funzioni proprie del Parlamento. Il presidente della Camera Fini, al posto di opporvisi, avalla e favorisce. Una decisione priva di qualsiasi precedente nella storia repubblicana"
Walter Veltroni

L'Aula di Montecitorio voterà il lodo Alfano giovedì, prima del decreto sicurezza. Ed è molto probabile che la norma 'blocca-processi' contenuta nel decreto venga modificata profondamente se non addirittura ritirata. Sul fronte della giustizia è comunque sempre alta la tensione tra maggioranza e opposizione. PD e Idv sono fermi nel chiedere l’immediato ritiro della norma così detta salva-premier (o blocca-processi, appunto), come pre-condizione per esaminare nel dettaglio il lodo Alfano. Le mosse della maggioranza vanno in tutt'altra direzione. La norma non è stata ritirata dal decreto sicurezza e quanto al lodo Alfano stiamo assistendo ad una inaccettabile accelerazione. In segno di protesta per il mancato ritiro della norma, i parlamentari del PD hanno abbandonato due volte nel giro di 24 ore i lavori delle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia. "Abbiamo evitato di partecipare alla discussione generale - spiega il capogruppo alla Camera Anotnello Soro - all'interno di un'agenda dei lavori impossibile, perché sarebbe la ratifica di una forma di dibattito che di fatto è impedito. Non partecipiamo alla discussione - aggiunge - perché speriamo che il presidente della Camera voglia ripensarci e trovare forme per correggere una direzione grave".Il governo, sostenuto dalla maggioranza dei gruppi parlamentari e con l'avallo del presidente di Montecitorio Gianfranco Fini, ha deciso infatti di andare avanti sul lodo Alfano: la norma che punta a sospendere i procedimenti giudiziari per le quattro più alte cariche dello Stato fino alla fine del loro mandato. Contro la decisione di Fini si è schierato il segretario del PD Walter Veltroni. "Con la decisione adottata dalla conferenza dei capigruppo, priva di qualsiasi precedente nella storia repubblicana, il presidente Fini ha imposto di far esaminare il lodo Alfano dal Parlamento con tempi assolutamente ristretti. In sole 24 ore si vuole presentare, discutere e approvare, in commissione e in aula, una normativa che incide su diversi principi costituzionali. Ciò è inaccettabile e incomprensibile alla luce di un corretto svolgimento delle funzioni di garanzia proprie del presidente della Camera. Il presidente Fini ha smarrito questa funzione per inseguire l’emergenza costituita dalle esigenze temporali del processo al premier".La posizione del PD è chiara: se il ritiro della blocca-processi avviene solo in cambio dell’accelerazione sul lodo Alfano, noi non ci stiamo. A spiegare la posizione del partito su questo delicato tema è la vicecapogruppo alla Camera Marina Sereni, che in un’intervista rilasciata al quotidiano “L’Unità” mette in chiaro che la priorità per il PD è “l’eliminazione immediata della norma blocca-processi, che è devastante e per bloccare un processo a carico del premier bloccherebbe decine di processi per reati gravi come stupri e furti”.Detto questo, non esiste alcun collegamento con il lodo Alfano. E la richiesta di scambio fatta dalla destra è da considerarsi “immorale”. Quella della maggioranza, infatti, “è una forzatura inaccettabile, dato che sul Lodo non c’è nessuna urgenza e sicuramente non è una priorità per il Paese. Il lodo potrebbe essere oggetto di discussione, ma non in un clima di urgenza”. Inoltre, sostiene Sereni, “sarebbe opportuno affrontare questo tema con un disegno di legge costituzionale”. Insomma, per il PD, non ha alcun senso stravolgere il calendario parlamentare per le esigenze personali del premier. “Sarebbe opportuno – conclude la deputata del PD – mantenere il calendario attuale, e cioè affrontare il decreto sicurezza, depurato della norma “blocca-processi”, e la manovra economica. Il lodo Alfano è una falsa emergenza”. Anche il vicecapogruppo dei senatori democratici Luigi Zanda si schiera nettamente contro le scelte che la destra sta mettendo in campo in questi giorni per velocizzare l’approvazione del lodo Alfano. “Il PD – dice – si riserva ogni azione possibile per esprimere il più assoluto dissenso su una così rapida calendarizzazione” dopo l'annuncio dell'arrivo a Palazzo Madama del lodo Alfano. "Il dissenso- spiega – nasce da una sostanziale differenza di valutazione politica verso un provvedimento inaccettabile nei contenuti e nella forma", dice Zanda, il quale spiega che per quanto concerne la forma il provvedimento che riguarda l'immunità delle alte cariche dello stato necessita di un percorso costituzionale. Sotto il profilo della sostanza Zanda ricorda che “in nessuna democrazia parlamentare europea esiste l'immunità per il capo del governo. A tutto questo si aggiunge una considerazione politica: la delicatezza di intervenire con l'immunità a favore di un leader politico che si trova ora alle prese con vicende giudiziarie”.

lunedì 7 luglio 2008

Anm,stato di agitazione; Magistrati si riservano altre misure di protesta!

( I magistrati entrano da stasera in stato d'agitazione e si riservano di adottare altre misure di protestare contro gli interventi del Governo.Tra queste la sospensione dei processi, le disposizioni sulle intercettazioni, il taglio delle risorse al settore giustizia e il taglio degli stipendi introdotto dall'art.69 del dl 112 (cosiddetto decreto manovra).L'Anm ha,inoltre, convocato in seduta permanente il comitato direttivo centrale. L'Associazione dei magistrati critica la 'drastica' riduzione delle risorse destinate alla giustizia con il taglio del 40% degli stanziamenti e il blocco delle assunzioni del personale amministrativo. Per quanto riguarda il taglio delle retribuzioni segnala come cio' costituisca 'l'ulteriore svilimento della funzione giudiziaria'. 'La dichiarazione di esponenti dell'esecutivo di voler circoscrivere le conseguenze negative della norma - aggiungono - non fa venire meno la preoccupazione per l'ennesimo intervento di riduzione degli stipendi dei magistrati e la necessita' di denuncia della complessiva situazione estremamente penalizzante per l'efficacia della giurisdizione e per la dignita' del lavoro dei magistrati'. 'La gravissima situazione di disfunzione degli uffici giudiziari e di disagio dei magistrati che vi lavorano - sottolinea la nota - impone un incisivo impegno di denuncia e di protesta: a questo scopo l'Anm delibera di adottare iniziative dirette a rappresentare all'opinione pubblica la grave situazione in cui versa la giurisdizione e a ribadire le proposte capaci di dare risposte ai bisogni di giustizia'.

mercoledì 2 luglio 2008

Nel turismo risiedono le nostre uniche speranze di sviluppo futuro!

Nell'articolo letto sul quotidiano di basilicata si deducono enormi profili negativi che ledono gravemente l'immagine turistico culturale della nosta comunità.
Nel turismo risiedono le nostre uniche speranze di sviluppo futuro,questo è quello che purtroppo i nostri amministratori locali non hanno capito!

Trascurare la comunicazione in rete e la gestione turistica porterà a conseguenze socialmente drammatiche.
Spero che si riuscirà a dare risposte importanti a questi problemi, il contrario o semplicemente indifferenza verso queste tematiche, porterebbero la nostra amata città a conseguenze che nessuno di noi vuole.

Riporto l'articolo:

POLICORO – Primi assaggi di vacanze estive e prime lamentele. Protagonisti della vicenda due coniugi residenti in provincia di Roma, Pasquale Loglisci e Nunzia Dalo, ma vacanzieri abituali a Policoro. La coppia, due anni fa, ha comprato una villetta di 65 metri quadri più il giardino, situata nella zona turistica della città, in via Catone, (l’ultima strada a sinistra quando si percorre via Lido per raggiungere la spiaggia, per intenderci). Ma proprio nei giorni scorsi i due, nel recarsi nella cittadina jonica per trascorrere qualche giorno di relax, hanno constatato alcuni disservizi comunali. “Non riesco - ha detto al Quotidiano la signora Dalo - da così lontano e con tutta l'informatizzazione che ci sia, ad avere dei rapporti con il Comune di Policoro che sul web è praticamente inesistente.” E rivolgendosi al cronista ecco la lamentela: “mi dica lei se è una situazione sostenibile (praticamente i marciapiedi sono stati assorbiti dalla folta vegetazione che non essendo curata sta praticamente invadendo oltre ai marciapiedi anche la carreggiata stradale, ndr). A chi dobbiamo rivolgerci – ha continuato - per avere una manutenzione e anche per la pulizia, prima che ci prendiamo delle malattie? Noi veniamo a Policoro in ferie e non è nostra intenzione ammalarci. Mi sono rivolta a lei in modo tale da poter pubblicizzare questa situazione insostenibile, a chi ci dobbiamo rivolgere e quantomeno per avere risposte da qualcuno – ha concluso - per rendere la cosa più vivibile visto che le tasse le paghiamo regolarmente.” Infatti i coniugi Loglisci essendo proprietari dell’immobile policorese quale seconda casa, pagano l’Ici regolarmente, non beneficiando della esenzione governativa che spetta invece ai proprietari della prima abitazione. La stessa cosa avviene per il pagamento della Tarsu (Tassa sui rifiuti solidi urbani). “Poi c’è un altro problema – ha evidenziato Loglisci – per buttare l’immondizia mia moglie deve percorrere un po’ di strada in bicicletta poiché non vi sono cassonetti nelle vicinanze. Vorremmo un’accoglienza migliore, anche perché la zona è interessante e molto bella. Se posso dare un suggerimento vorrei che si puntasse su di un turismo di tre –quattro mesi all’anno e non solo su un turismo “domenicale”. A Policoro – ha concluso – con il solo lavoro stagionale molti potrebbero vivere bene tutto l’anno.”