lunedì 31 gennaio 2011

“PEPPINO IMPASTATO: UNA VITA CONTRO LA MAFIA”

Il 9 Maggio1978 e’ una data impressa nella memoria di tutti gli italiani, perché e’ il giorno in cui e’ stato ritrovato a Roma il corpo di Aldo Moro.
In quel clima di terrore per l’intera nazione, si consumava un altro efferato delitto: un giovane siciliano che aveva avuto il coraggio di ribellarsi e denunciare pubblicamente i crimini di Cosa Nostra, veniva fatto saltare in aria con la dinamite sui binari ferroviari.
Con questo maldestro tentativo di inscenare un suicidio, la mafia poneva tragicamente fine alla vita di Peppino Impastato.
A volte bisogna partire dalla fine per capire il senso di una storia.
La morte di Peppino e’ il segno tangibile del suo impegno nella lotta alla mafia, ed e’ ricordato per questo.
E’ nostro dovere come giovani che amano la politica e la legalità ricordare la sua vita.
Nonostante appartenesse ad una famiglia affiliata alla mafia, sin da giovanissimo si impegnò in politica, nelle file del P.C.I. e cominciò la sua battaglia contro i mafiosi attraverso volantini, giornali, manifestazioni e comizi.
Non fu certo facile per lui sfidare i pregiudizi e i tabù culturali che vigevano a Cinisi, il paesino del palermitano dove era nato.
Ma la sua grandezza sta anche in questo, non aver avuto paura dei giudizi della gente, dei rimproveri di suo padre, ma soprattutto delle minacce dei mafiosi. La sua grande determinazione era data dalla consapevolezza di stare dalla parte del giusto, della libertà, della legalità.
Peppino immaginava un mondo dove i diritti e le libertà della sua gente non dovessero essere considerati favori, pensava ad una politica pulita, in grado di affrancare il suo paesino e la sua regione dal potere soffocante della mafia.
Peppino era amante dell’arte, della musica, della bellezza.
Con i suoi amici fondò una radio libera,  fenomeno molto in voga negli anni settanta. “Radio Aut” divenne anch’essa strumento di lotta politica ed antimafiosa.
Ad un certo punto decise anche di candidarsi alle elezioni comunali del suo paese, per entrare in quelle istituzioni che considerava  eccessivamente colluse con la mafia e per quanto possibile tentare di cambiarle.
Purtroppo non ci riuscirà mai, verrà ucciso prima perché ritenuto un personaggio troppo scomodo e pericoloso.
Noi Giovani Democratici di Policoro abbiamo deciso di ricordarlo intitolandogli la nostra sezione, e  chiamando la nostra web-radio come la sua mitica Radio Aut.
Crediamo infatti che la sua vita e il suo impegno siano d' esempio per chi crede in un Sud e in un' Italia finalmente libera, una volta per tutte, dall'arroganza criminale della mafia.

venerdì 14 gennaio 2011

La sfida di rendere la Basilicata una terra da scoprire..

- Analisi sul Turismo Lucano -

Imbattendomi nel web ho notato con piacere un post dell’assessore al turismo della provincia di Matera Angelo Garbellano, dove sul suo blog tracciava un primo bilancio dei primi sei mesi di assessorato.

In quel post si nota come si stia iniziando a mettere a valore quell’idea credibile e ambiziosa di turismo, raccontata e strutturata nel Piano Turistico Regionale lucano, della ricerca di una governance innovativa sintetizzata nei Piot, dove si ricerca  una partnership fra attori pubblici e privati, per l’incentivazione  del sistema turistico.

La Regione Basilicata deve assumere in sé la lungimiranza governativa d’investimento, a margine di una crisi produttiva internazionale, valorizzando i diversi fattori di appeal che la contraddistinguono e differenziando la propria offerta fra i vari “Turismi”applicabili.

Questo lo si fa se ci si “smarca” dall’idea conservatrice e sentimentale  dell’autosufficienza della bellezza dei nostri luoghi;
mi trovo convergente sulla posizione del dg APT Perri, quando afferma che la promozione è solo una dimensione del turismo, e che c’è forte differenza tra un territorio a vocazione turistica e un territorio di destinazione turistica.

Per rendere destinazione la nostra Regione, dobbiamo anzitutto partire dal “tema”, dai vari Turismi che citavo poc’anzi: dobbiamo ripartire dal Turismo Rurale, dall’Ecoturismo, dal rilancio e dalla valorizzazione del Turismo Enogastronomico (condizione imprescindibile soprattutto ora che L'Unesco ha riconosciuto la nostra “dieta mediterranea” patrimonio culturale immateriale dell'umanità).

Dal Cineturismo, dal Cinespettacolo, dal Turismo Culturale  dove la stella polare deve essere la città di Matera, patrimonio mondiale Unesco, che ora si gioca una sfida importantissima quale la candidatura a capitale Europea della Cultura 2019 (ottima la nuova collaborazione fra il comune e il teatro dei sassi) valorizzando tutto il nostro patrimonio culturale tangibile e intangibile.

Dal Turismo Balneare, assumendo in noi l’umiltà e il realismo di non costruire un’offerta per il turismo di massa, ma caratterizzandoci per un’offerta che si incentri, oltre che su un Turismo Sportivo applicabile alle nostre due coste, anche su un Turismo Sociale che mira alla destagionalizzazione, promuovendo pacchetti turistici per giovani ed anziani, ma che può tranquillamente differenziarsi per un’offerta specifica per ragazzi portatori di handicap, abbattendo le “barriere architettoniche”  legate agli impianti di balneazione.

Turismo Sociale che deve essere rilanciato non solo nelle coste ma anche nell’entroterra lucano, applicabile anche al Turismo Termale del Benessere e al Turismo Scolastico, in modo da valorizzare tutte le strutture ricettive lucane, ripensando anche ad una diversa strategia di prezzo legata all’offerta ricettiva, essendo così competitivi rispetto alle regioni limitrofe.

Per questo bisogna risolvere prima di qualsiasi altra cosa il problema dell’accessibilità della nostra regione, mi trovo in disaccordo con chi pensa alla necessità di un aeroporto: è necessario rinforzare e creare nuove reti ferroviarie e stradali, con gli aeroporti limitrofi.
Solo rendendo più accessibile il nostro territorio si potrà avere un salto di qualità, l’impostazione strutturale e le reti d’accesso sono cose non trascurabili.

Oltre la riqualificazione delle “4 M” (Matera, Melfi, Maratea e Metapontino) bisogna potenziare l’accessibilità tra queste quattro aree, così da poter strutturare dei pacchetti di viaggio destinati a tour operator europei e internazionali.
Attraverso una riqualificazione strutturale, la viabilità e l’accessibilità delle aree la nostra regione si trasformerà in una destinazione turistica e non rimarrà solo ed esclusivamente un territorio a vocazione turistica.

Bisogna creare le condizioni affinché nel turista si inneschi la curiosità di quella
“terra da scoprire”; la sfida non è semplice, ma penso ci siano le condizioni per continuare nel migliore dei modi il lavoro avviato e rilanciare così la nostra offerta turistica.

Francesco Lattarulo