In questi ultimi giorni, sfogliare i giornali non è di certo un’attività particolarmente piacevole. Almeno per chi vive le difficoltà di una crisi non gestita. Per quegli operai che hanno perso il lavoro. Per quei giovani che lo cercano ma in Italia non lo trovano. Per quelli che il lavoro ce l’hanno ma non sanno ancora per quanto. Non è piacevole per chiunque non voglia rassegnarsi all’idea di un Italia mediocre e banale. L’immagine della nostra nazione che i media ci consegnano è, infatti, l’immagine di un Paese in cui il governo non governa, in cui la più grande impresa privata è alla ricerca di scusanti per de localizzare, in cui la società ,sulla falsa riga di ciò che avviene in politica e secondo uno schema particolarmente perverso, è quanto mai frammentata e governata da un fare individualista poco funzionale allo sviluppo di un Paese avanzato. . L’incapacità di riuscire seriamente a guardare oltre, di pensare l’Italia ancor prima che come l’unione tra nord e sud come un'unica Nazione, di ridefinire il rapporto tra le generazioni superando la ormai logorroica contrapposizione vecchi giovani, è il cancro che ormai condiziona il vivere degli italiani. Provare a cercare le ragioni per poter spiegare tutto ciò solo e soltanto nel fenomeno Berlusconi potrebbe risultare particolarmente riduttivo. Le responsabilità sono sicuramente più generalizzate di quanto vorremmo credere. Il lavoro che il nostro segretario Bersani a livello nazionale sta mettendo in campo riteniamo sia particolarmente importante. Ricostruire un rapporto più solido tra politica e società, farlo a partire dalla sana ricostruzione di un partito vero, solido e radicato, è la vera sfida che il partito democratico non può perdere e l’unico modo per provare a superare le criticità sopra descritte. Pensiamo sia dovere di tutti coloro i quali credono nel PD, a tutti i livelli, e soprattutto da parte dei dirigenti, dare un contributo più significativo affinché tale sfida possa essere vinta. Pensiamo sia necessario provare a ridefinire un più sano equilibrio tra le pur legittime ambizioni dei singoli e gli interessi più generali del partito e quindi della nazione.
La riflessione che il PD di Basilicata e della provincia di Matera sta sviluppando in questi ultimi mesi, è sicuramente su un piano avanzato rispetto a quello nazionale e proprio per questo può essere utile non solo al territorio. Ciò è sicuramente dovuto alle scelte che in passato sono state effettuate e che hanno contribuito fortemente alla definizione degli equilibri e della stabilità di cui oggi gode il PD lucano. Tuttavia riteniamo che gli equilibri e la stabilità sono utili se funzionali agli interessi della collettività e soprattutto se sfruttati per l’implementazione di politiche seriamente riformiste e lungimiranti. Il percorso avviato da Speranza e da tutto il gruppo dirigente del PD lucano a “RIFREDDO” siamo convinti che possa essere un ottima strategia per poter “ alzare l’asticella della politica”. Questo ancor di più perché siamo certi che l’esigenza del’avvio di tale percorso nasce dalla consapevolezza che in questa nostra regione, tanto si è fatto, ma si può e si deve fare molto di più. La Basilicata al netto degli elogi bipartisan che il proprio governo regionale sta ricevendo per le politiche messe in atto, è comunque una regione che stenta a crescere e che non riesce ad essere competitiva. Leggere le difficoltà di questa nostra terra decontestualizzando il tutto, ovvero non tenendo conto della crisi internazionale, nonché del’incapacità di una nazione di elaborare politiche di sviluppo concrete e quindi politiche di rilancio dell’intero mezzogiorno, potrebbe essere quanto mai strumentale. Pretendere inoltre che tutti i giovani laureati lucani restino o ritornino in Basilicata sarebbe probabilmente troppo ambizioso.
Noi giovani democratici riteniamo però che provare a creare quanto meno le condizioni perché chi è legato ai propri affetti, chi è legato ai luoghi della propria infanzia, chi è disposto a investire su questo nostro territorio, chi crede nelle potenzialità di sviluppo della Basilicata, non debba sentirsi un eroe.
Per creare tali condizioni diciamo che se da un lato è indispensabile implementare nuove politiche di sviluppo, rendere la Basilicata più connessa ed accessibile, migliorare la qualità dei servizi, investire sull’università, dall’altro è fondamentale evitare che si logori il legame affettivo che da sempre contraddistingue il rapporto tra i lucani ed il proprio territorio.
Questo perché soprattutto per le giovani generazioni nella decisione tra l’emigrare e il rimanere in Basilicata tale legame occupa un ruolo particolarmente significativo. Noi giovani democratici riteniamo che uno dei fattori più delicati e utili al processo di consolidamento piuttosto che di logoramento di tale legame, è proprio la fiducia che si ha nei confronti della classe dirigente di questa regione. Per questo pensiamo che il richiamo ad un maggior senso etico e di responsabilità fatto dal nostro segretario regionale Speranza a tutto il PD sia particolarmente rilevante. E sarà tanto più utile, quanto più sarà ascoltato e comunicato, e quanto più allo stesso seguirà una nuova e più profonda fase di ascolto dell’intera società lucana. Proprio per questo motivo, noi giovani democratici, in questi giorni avvieremo su tutto il territorio della provincia di Matera, un più attento dialogo con tutte le associazioni e con tutti quei movimenti che giornalmente vivono le dinamiche del territorio. Ripartire da una declinazione del NOI che punti in particolar modo ad abbattere un inappropriato confine tra la società che fa politica e la “società civile” è ciò che cercheremo di fare. Provare a costruire tutti insieme un più acuto dibattito e una più acuta riflessione sarà il leit motiv di questa nostra nuova campagna RIPARTIAMO DA(L) NOI.
GIOVANI DEMOCRATICI PROVINCIA DI MATERA