Il duello è il suo forte. Se Michael Mann avrà voglia, un giorno, di orchestrare un western alla stregua di Heat-La sfida o di questo suo ultimo Nemico Pubblico forse farà risorgere alla grande il genere, figlio di John Ford. Perché Mann è il perfezionista del “ritaglio”, che sia in pellicola o in digitale; riesce a fermare il tempo in sequenze facendole diventare quel tempo che lo spettatore desidera, quella sequenza di vita in cui l’uomo diventa eroe o antieroe, sempre giocando di sponda con un antagonista. Funziona così anche per il Johnny Depp di Public Enemies (questo il titolo originale del film) che riporta in vita una leggenda, quella di John Hebret Dillinger, il gangster-gentiluomo, il feroce, impavido rapinatore di un’America stretta dal cappio della Grande Depressione degli anni ’30. Il regista di Insider, Collateral, Miami Vice e del già citato Heat, a Roma racconta la sua ultima avventura affidata a pezzi da novanta come Depp, Christian Bale (l’antagonista, l’agente Melvin Purvis) e Marion Cotillard (la compagna di Dillinger) e affascina con le parole proprio come con la macchina da presa.
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