venerdì 3 settembre 2010

Documento sulla questione SATA di Melfi e situazione del lavoro


È difficile esprimere una posizione chiara in momenti in cui è alto il livello del conflitto tra le parti coinvolte, seppur sono intervenute a raffreddare un po’ il clima dapprima la lettera del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e poi la risposta dell’ad di FIAT Sergio Marchionne.
È altresì complicato resistere agli strattoni della polemica politica e sindacale in atto. Ma il nostro intento è quello di individuare una piattaforma ragionevole di confronto sulla complessa vicenda che vede contrapposta la FIAT (è questa la realtà al momento) ad alcuni dei suoi dipendenti.
E lo vogliamo fare precisando che non è neanche lontanamente leggibile una volontà di strumentalizzare situazioni personali, comportamenti ed esiti.
Pensiamo innanzitutto, e senza tentennamenti, che sia giusto e doveroso esprimere la nostra solidarietà ai tre lavoratori sospesi e reintegrati per volontà del giudice. E pensiamo che sia altrettanto giusto e opportuno non alimentare ulteriormente un clima di scontro che non aiuta la ripresa del dialogo e sfuma la traccia di percorsi più condivisi, di soluzioni avanzate.
Certo il dopo Pomigliano ha segnato un punto di svolta non tanto nelle relazioni sindacali quanto nel rapporto tra uno dei principali gruppi industriali ed il suo Paese. E forse da lì bisogna partire per esprimere con più convinzione alcuni punti cardine della nostra riflessione che vuole essere, altresì, un caloroso invito al nostro partito di riferimento, ed al segretario regionale Roberto Speranza, a ritessere il filo di una strategia lunga che punti a) all’innalzamento della qualità del lavoro e della qualità della vita dei lavoratori, b) all’innovazione nei processi produttivi e del fare impresa, c) all’avanzamento sul terreno dei diritti, d) al miglioramento dei contesti entro i quali si svolgono processi e investimenti industriali in Basilicata provando a svolgere una funzione di maggiore incisività nelle relazioni che si instaurano tra l’importante gruppo torinese e l’indotto, tra investimenti e territorio.
Riteniamo, fuori da sciocche insinuazioni strumentali, che questo accadimento sia destinato ad imprimere una svolta decisiva nel futuro delle relazioni industriali, nel modo di concepire l’impresa e nel modo di reagire della politica. E pensiamo che il PD abbia le risorse necessarie per affrontare meglio di chiunque altro la sfida che si propone.
È profondamente ingiusto, e la storia si sta incaricando di dimostrarlo, reputare poco moderna (o poco incline ad una forza progressista matura) una sensibilità “lavorista” e la visuale orientata all’ultimo livello della catena. Un società moderna si costruisce sul lavoro. Sulla qualità delle condizioni lavorative, sui diritti, sui salari, sulla produttività, sulla responsabilità di datori e dipendenti, sull’efficienza ma non a danno della dignità delle persone.
Siamo fortemente sensibili alle novità che si propongono in campo industriale. Siamo consapevoli che il sistema Italia debba compiere un salto di qualità non indifferente per superare indenne i marosi della globalizzazione.
Questa vicenda di Melfi ha condotto in Basilicata, come altre in altri contesti, l’attenzione delle più alte cariche dello Stato, dei vertici aziendali, di opinionisti. A dire il vero ci pare addirittura infruttuoso e superfluo (oltre che inutile perdita di tempo) segnalare la totale assenza del Governo nazionale su cose di così alta rappresentatività emotiva, sociale e Costituzionale, ben più impegnato a sistemare faccende domestiche.
Ma vogliamo essere onesti fino in fondo e segnalare come priorità di uno Stato e di una Regione moderna alcuni punti:
1. Occorre traguardare la sfida oltre gli angusti ambiti degli incentivi a pioggia e delle rottamazioni.
2. Bisogna affermare (e richiedere) con forza un più avanzato sistema delle relazioni industriali che veda la politica ed il Parlamento coinvolti in prima persona ed in tempi rapidi, pena la cacciata dai mercati mondiali e la deriva verso forme di mero sostentamento e stagioni di lotta e rivendicazioni al ribasso.
3. Bisogna denunciare con forza sia le rappresaglie punitive che gli atti strumentali e viziati da ideologismi.
4. Riconsiderare atti e provvedimenti dequalificanti per la vita civile e democratica dell’Italia quali i condoni e gli scudi fiscali, che depotenziano la capacità di controllo delle istituzioni ed incentivano comportamenti irresponsabili in maniera esponenziale.
5. Richiedere una riforma del sistema delle relazioni industriali e sindacali più confacente alle condizioni ed alle relazioni economiche globali come pure ha invitato a fare il Capo dello Stato nella lettera ai tre lavoratori della FIAT SATA.
6. Riqualificare il sistema di welfare e degli ammortizzatori sociali.
7. Spingere verso una riforma, altresì, degli assetti societari dai facili collocamenti in integrazione salariale e dai facili procedimenti fallimentari dietro cui si celano, in molti casi, yacht e residenze all’estero.
8. Riqualificare e richiedere un’autoriforma del tessuto produttivo locale in tempi di rivisitazione della spesa pubblica, di federalismo e di progressivo esaurimento dei fondi comunitari.
9. Diffondere anche su scala locale (e questo è compito squisitamente politico) una moderna cultura d’impresa, producendo iniziative tese al coinvolgimento dei soggetti economici locali e dell’area del Vulture, superando la FIAT stessa un modello chiuso e portando i soggetti sociali ad un confronto.
Siamo consapevoli della maestosità dell’impegno che richiedono questi enunciati. Ma siamo testardi e torniamo a sottolineare come il Partito Democratico abbia in sé le risorse migliori per affrontare queste sfide. Noi ci faremo promotori di queste esigenze all’interno della scuola politica di Eurogeneration e le terremo custodite nel costante e quotidiano impegno politico.
Da qui può ripartire un cantiere largo di costruzione di una migliore dinamica sociale in Basilicata, oltre la politica delle clientele ed oltre i posizionamenti del ceto politico.
Rendiamo questo documento al nostro Segretario Regionale Roberto Speranza affinché investa l’intero partito nella promozione di nuove forme di scambio tra esso e la società e tra la politica in generale ed i cittadini lucani. Affinché lo “usi” per imprimere quei necessari processi di cambiamento ed innovazione che la società regionale molto spesso richiede alla politica in termini di nuove classi dirigenti, ma non sempre in termini più afferenti ad istanze realmente innovative.
Ma per farlo bisogna favorire questo scambio dentro grandi dinamiche di massa e di coinvolgimento, sapendo che la SATA è uno dei più significativi insediamenti a carattere produttivo di questa regione, ripercorrendo esemplarmente quanto accaduto in occasione della minaccia nucleare a Scanzano Jonico, ma puntando (in questa occasione) a ricontestualizzare il ruolo e la funzione complessiva che la Basilicata deve avere nel Mezzogiorno ed in Italia.
Fuori, però, da ambiguità tattiche e da operazioni di ceto politico. Allargando le basi democratiche e quindi la forza del partito, confidando nell’azione del Segretario (cui va il plauso per l’azione svolta riguardo alla vicenda e, come abitudine, fuori dai clamori) per puntare ad un superamento delle logiche di mera appartenenza di filiera e portando la discussione sulle cose che contano.

Auspichiamo quindi che anche il partito dell’area si sforzi di rifuggire da personalismi ed interpreti, in vista dei congressi provinciali, una funzione più confacente ai bisogni concreti e materiali delle persone, incarnando una prospettiva di rilancio del territorio.
Chiediamo infine che il PD di Basilicata si adoperi nelle prossime settimane, con il coinvolgimento delle personalità e dei contributi migliori, per la promozione di momenti
pubblici di riflessione su quanto sta accadendo nell’indotto FIAT e sulla tematica del lavoro così da ricercare soluzione moderne e nuove.

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