Scuola centrale per sviluppo nostre comunità
In queste ultime settimane la scuola è sotto assedio dalle misure di un Governo nazionale che adotta principi ragionieristici a ciò che non può essere visto come un servizio pubblico.
La scuola italiana non è un servizio pubblico ma una istituzione civile, culturale e morale che fa parte della nostra storia nazionale repubblicana.
Da tempo assistiamo ad una logica del fare cassa dettata dalle esigenze del Ministro Tremonti e non c’è la benché minima consistenza di riforme a tagli ed annunci. Il grembiule, il maestro prevalente, la scure di 8 mld/eu in tre anni sono alcuni degli aspetti che rendono inquietante l’atteggiamento del Governo Berlusconi e che lasciano poco spazio al futuro della scuola pubblica.
La stessa gestione dell’emergenza precari mostra un fare approssimativo ed insensibile sia dal punto di vista sociale che per quanto concerne l’analisi puntuale di bisogni ed investimenti per il sistema di istruzione.
Per queste ragioni, e con il tratto responsabile di chi non vuol ridurre la scuola a mero terreno di scontro politico, i GD continueranno a tenere alto il livello di attenzione, con iniziative e proposte, su uno dei punti cardine della nostra democrazia.
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