lunedì 25 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
Giovedì 21 aprile 2011 alle ore 18, assemblea di circolo
Giovedì 21 aprile 2011 alle ore 18, presso la sezione dei Giovani Democratici di Policoro in Via Berlingieri (accanto alla farmacia De Santis) ci sarà l' assemblea di Circolo, evento fondamentale per il nostro gruppo.
E' importante che tu partecipi per informarti sul lavoro svolto, su quello che stiamo facendo e su quello che faremo, ma soprattutto per dare il tuo contributo personale alla discussione e alla costruzione di una giovanile e di una Policoro migliore.
O.d.g.
-Relazione Segretario;
-Analisi Situazione Politica;
-Relazione dirigenti PD della Giovanile;
-Discussione proposte GD negli organi esecutivi del partito.
-Iniziative svolte;
-Organizzazione iniziative future;
-Terzo Festival della Creatività Giovanile;
-Referendum 12-13 Giugno;
-Analisi Scuola/Studenti Progressisti nel C.S.F.;
-Relazione ed organizzazione Radio Aut Policoro;
-Tesseramento 2010-2011;
-Linee Programmatiche;
-Varie ed Eventuali.
Coordialmente,
Gd Policoro.
martedì 12 aprile 2011
Referendum Nucleare
La tragedia di Fukushima ha forzatamente riportato il Mondo nel dibattito sull’atomo. Un dibattito tortuoso e difficile da affrontare se si escludono i SI e i No dettati dall’ideologia o dalla paura della catastrofe.
La tecnologia nucleare ha fatto passi da gigante soprattutto in termini di sicurezza ma non ha ancora trovato una vera risposta allo smaltimento delle scorie nucleari, come ha affermato lo stesso premio Nobel Rubbia “le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente, ci si libera di un problema passandolo in eredità al futuro”.
Ebbene immaginare adesso, per l’Italia, un piano di rientro nel nucleare appare davvero una scelta poco strategica fuori dal perimetro ideale dello sviluppo sostenibile, uno sviluppo capace di soddisfare i bisogni del presente senza però compromettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Una scelta imposta a livello centrale senza un minimo di concertazione con gli enti locali, Regioni e Comuni, e con le comunità che dovrebbero poi ospitare i giganti dell’energia, trascurando inoltre, la volontà dei cittadini italiani espressa nel 1987, anche allora tramite referendum, e dimenticando la grande battaglia condotta nel Metapontino, nel 2003, per evitare che Scanzano Jonico si trasformasse nel cimitero unico di scorie radioattive.
Per di più canalizzare una quantità enorme di risorse economiche ed umane su un attività di questo tipo significherebbe sostanzialmente ignorare le altri fonti energetiche alternative, ovverosia il mercato delle rinnovabili che ormai conta migliaia di addetti in Italia, principalmente giovani, e che ha ottimi margini di crescita soprattutto nel Mezzogiorno.
È per questa ragione che le forze di opposizione democratica, hanno ostacolato con durezza il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, un decreto che frena bruscamente lo sviluppo delle rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, introducendo restrizioni alle installazioni e soprattutto rimandando a una nuova tariffazione degli incentivi che dovrebbe essere poi regolata nell’ipotetico quarto Conto Energia.
Il decreto di fatto ha introdotto nel mercato una buona dose di incertezza ottenendo come risultato la paralisi di molte attività imprenditoriali e soprattutto una riduzione della disponibilità delle banche a finanziare i soggetti produttori.
Il dietro front sulle rinnovabili e il ritorno all’atomo sono i più gravi errori che il nostro Paese possa fare in materia energetica, ci auguriamo che non venga percorsa tale strada e che la moratoria di un anno sul nucleare non sia l’ennesimo trucco del Governo Berlusconi per evitare la fragorosa bocciatura della scelta con il referendum.
Ciò che sarebbe davvero opportuno e responsabile non può prescindere dalla definizione di una strategia nazionale di lungo periodo nel settore energetico orientata ovviamente alla sostenibilità del sistema economico-produttivo e che abbia come fine il raggiungimento dell’obiettivo comunitario assegnato all’Italia per il 2020 che prevede una copertura del 17% di consumi finali con energia da fonte rinnovabile.
Per tali ragioni, i Giovani Democratici di Basilicata, promuoveranno nei prossimi giorni una seria di attività informative, organizzeranno dibattiti e confronti sul tema energetico e si impegneranno per contrastare il tentativo di indebolire il referendum che si svolgerà il 12 giugno.
Inviteremo le nostre comunità ad esprimere una scelta decisa, a dire un nuovo SI per fermare il nucleare.”
La tecnologia nucleare ha fatto passi da gigante soprattutto in termini di sicurezza ma non ha ancora trovato una vera risposta allo smaltimento delle scorie nucleari, come ha affermato lo stesso premio Nobel Rubbia “le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne personalmente, ci si libera di un problema passandolo in eredità al futuro”.
Ebbene immaginare adesso, per l’Italia, un piano di rientro nel nucleare appare davvero una scelta poco strategica fuori dal perimetro ideale dello sviluppo sostenibile, uno sviluppo capace di soddisfare i bisogni del presente senza però compromettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Una scelta imposta a livello centrale senza un minimo di concertazione con gli enti locali, Regioni e Comuni, e con le comunità che dovrebbero poi ospitare i giganti dell’energia, trascurando inoltre, la volontà dei cittadini italiani espressa nel 1987, anche allora tramite referendum, e dimenticando la grande battaglia condotta nel Metapontino, nel 2003, per evitare che Scanzano Jonico si trasformasse nel cimitero unico di scorie radioattive.
Per di più canalizzare una quantità enorme di risorse economiche ed umane su un attività di questo tipo significherebbe sostanzialmente ignorare le altri fonti energetiche alternative, ovverosia il mercato delle rinnovabili che ormai conta migliaia di addetti in Italia, principalmente giovani, e che ha ottimi margini di crescita soprattutto nel Mezzogiorno.
È per questa ragione che le forze di opposizione democratica, hanno ostacolato con durezza il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, un decreto che frena bruscamente lo sviluppo delle rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, introducendo restrizioni alle installazioni e soprattutto rimandando a una nuova tariffazione degli incentivi che dovrebbe essere poi regolata nell’ipotetico quarto Conto Energia.
Il decreto di fatto ha introdotto nel mercato una buona dose di incertezza ottenendo come risultato la paralisi di molte attività imprenditoriali e soprattutto una riduzione della disponibilità delle banche a finanziare i soggetti produttori.
Il dietro front sulle rinnovabili e il ritorno all’atomo sono i più gravi errori che il nostro Paese possa fare in materia energetica, ci auguriamo che non venga percorsa tale strada e che la moratoria di un anno sul nucleare non sia l’ennesimo trucco del Governo Berlusconi per evitare la fragorosa bocciatura della scelta con il referendum.
Ciò che sarebbe davvero opportuno e responsabile non può prescindere dalla definizione di una strategia nazionale di lungo periodo nel settore energetico orientata ovviamente alla sostenibilità del sistema economico-produttivo e che abbia come fine il raggiungimento dell’obiettivo comunitario assegnato all’Italia per il 2020 che prevede una copertura del 17% di consumi finali con energia da fonte rinnovabile.
Per tali ragioni, i Giovani Democratici di Basilicata, promuoveranno nei prossimi giorni una seria di attività informative, organizzeranno dibattiti e confronti sul tema energetico e si impegneranno per contrastare il tentativo di indebolire il referendum che si svolgerà il 12 giugno.
Inviteremo le nostre comunità ad esprimere una scelta decisa, a dire un nuovo SI per fermare il nucleare.”
Giovani Democratici Provincia di Matera
sabato 9 aprile 2011
IL NOSTRO TEMPO è ADESSO - Il comunicato di adesione di Giovani Democratici di Basilicata e Studenti progressisti -
I Giovani Democratici di Basilicata e Studenti progressisti – Club dello Sperma Fortunato aderiscono alla mobilitazione sui temi del lavoro precario "Il nostro tempo è adesso" indetta per le giornate dell'8 e del 9 Aprile. Nell'Italia delle riforme annunciate, del conflitto istituzionale, del dibattito pubblico assorbito dalle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio, noi pensiamo che la politica debba riportare al centro il problema del lavoro e la crescita del sistema produttivo. Negli ultimi mesi siamo stati tra i soggetti più attenti alle vicende sindacali degli stabilmenti Fiat di Pomigliano d'Arco e Mirafiori con giornate di riflessione culminate in "Eurogeneration Progress in Work" e di mobilitazione diretta di fronte ai cancelli della Fiat Sata di Melfi. Oggi, con la piena adesione all'appello "Il nostro tempo è adesso", torniamo sui temi della disoccupazione e del precariato giovanile. Sono le condizioni più nette della nostra presenza in questo tempo, la descrizioni più reali e pertinenti della nostra generazione.Ma le circonda un contesto di sostanziale indifferenza, come un problema secondario, accessorio, un prodotto di circostanza, tra l'ininfluente e l'indegno, nelle necessità della nuova economia. Senza paragoni con altri paesi Europei, l'Italia è una realtà dove su tre giovani tra i diciotto e i trentacinque anni soltanto uno di essi può coltivare la prospettiva di un lavoro stabile, adeguato alle proprie competenze e ben retribuito, versando gli altri due in condizione di disoccupazione o impiego a termine. C'è un'analogia, tra i risultati dell'economia "troppo a debito" e le cifre del lavoro "troppo a termine": pesa, in entrambi i casi, un arretramento della politica di fronte alla prospettiva di esercitare una funzione regolativa, di governo e controllo, che tenga in equilibrio flessibilità e concorrenza con misure di garanzia sociale.
Ma nell'Europa che raccoglie la sfida di regolare l'economia del "debito", l'Italia è un paese in cui continua a restare inevasa l'urgenza di porre rimedio alle disfunzioni del lavoro "a termine", una condizione che non conosce confini di categoria professionale e si espande senza controllo dai precari delle università a quelli delle fabbriche, mentre alza la testa un antico vizio di mobilità sociale: l'irrigidirsi dei percorsi individuali ancorati al ceto economico di provenienza.
Per queste ragioni, l'8 e il 9 Aprile parteciperemo all' appello contro il precariato chiedendo che anche in Basilicata possa svilupparsi una riflessione più completa sui questi temi. In particolare, che le misure formative varate negli ultimi mesi dall'amministrazione regionale siano accompagnate da un piano di rilancio del sistema produttivo in cui possano essere gradualmente assorbite le competenze maturate durante il percorso formativo e che la programmazione dei futuri investimenti venga fatta tenendo conto di questa precisa priorità. La Basilicata è tra le regioni del Mezzogiorno con il più alto tasso annuo di laureati, ma il 30% di disoccupazione giovanile costringe cospicua parte dei quali a non vedere in questa regione il proprio futuro. E' in questo modo che si disperde un'energia ben più preziosa del petrolio o del nostro patrimonio culturale e paesaggistico, imprescindibile per rendere anche questa terra un luogo in cui ogni giovane lucano sia libero di ottenere un'istruzione moderna e spendibile nel contesto produttivo locale, libero di avere fiducia nella pubblica amministrazione per l'avvio di una nuova attività e libero di pensare ad una casa, una famiglia e ad una vita nei nostri comuni.
GIOVANI DEMOCRATICI DI BASILICATA
STUDENTI PROGRESSISTI – CLUB DELLO SPERMA FORTUNATO
martedì 5 aprile 2011
“Grande soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa per il cento cinquantenario dell’unità d’Italia!!"
Grande soddisfazione per l’iniziativa organizzata dai Giovani Democratici di Policoro per la celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia.
L’iniziativa denominata “Buon Compleanno Italia p.s. Unita” è stato un grande momento di memoria e di partecipazione.
L’incontro è iniziato con l’introduzione del Segretario dei GD Roberto De Giorgio, che ha sottolineato l’importanza dei giovani negli anni del Risorgimento e negli anni della Resistenza al nazi-fascismo ed ha auspicato per i giovani di oggi una consapevolezza maggiore nella difesa dei diritti fondamentali espressi nella nostra Carta Costituzionale come il lavoro, l’uguaglianza e l’istruzione.
La discussione è proseguita con l’intervento della Segretaria del PD di Policoro Bice Di Brizio, che ha ricordato i valori e i sentimenti dell’ Unità nazionale, che secondo lei non è stata celebrata dal governo come tutti si aspettavano.
Poi c’è stata la grande lezione del Prof. D’Andrea, storico e coordinatore della segreteria scientifica del Comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia in Basilicata, che ha spiegato in maniera semplice, efficace, ma anche divertente gli anni, i personaggi e i momenti più significativi di quegli anni, mettendo l’accento sul ruolo e sul grande contributo della Basilicata, che è stata la prima provincia ad insorgere contro i Borboni nel 1860 e ad insediare un governo nel nome di Vittorio Emanuele e di Garibaldi. L’evento lucano, ha spiegato il Prof. D’ Andrea si rivelò “un’onda vivificatrice” che dilagò immediatamente in Irpinia, Puglia, Calabria e nel resto del Regno, spianando la strada alla conclusione positiva della Spedizione dei Mille e alla proclamazione il 17 marzo 1861 di Vittorio Emanuele II Re d’ Italia “per grazia di Dio e volontà della nazione”.
Numerose, infine, sono state le domande rivolte dalla platea al Prof. D’Andrea , incentrate soprattutto sulle condizioni della Basilicata prima e dopo l’Unità . Il Prof. ha risposto spiegando che l’idea di un Mezzogiorno d’ Italia ricco da un punto di vista economico e culturale sotto il Regno dei Borboni è falsa e ha concluso dicendo che l’Italia se fosse rimasta un agglomerato di piccoli Stati non sarebbe sopravvissuta alla Storia.
“E’ nostro dovere – dichiara De Giorgio – sottolineare e approfondire l’aspetto storico e politico che ha contraddistinto la nostra Nazione.
Solo valorizzando la “memoria storica” riusciremo ad avere la giusta consapevolezza politica di quello che è stato e di quello che sarà”
Ufficio Stampa
Giovani Democratici di Policoro
Giovani Democratici di Policoro
"il dovere della memoria" - comunicato stampa_Studenti Progressisti nel c.s.f
Lorena Latronico |
“Sabato 19 marzo, in occasione della XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata dall’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, le strade di Potenza sono state invase da una folla colorata e festante; 80mila persone, sopraggiunte da ogni angolo della Penisola, che, a partire dal capoluogo lucano, hanno unito l’Italia, rilanciando la sfida della legalità e della lotta alla mafia in un Paese in perenne bisogno di verità e giustizia.
Michele Masulli |
Non ci siamo voluti sottrarre allo sforzo di dare a una rara giornata di forti passioni civili un contributo fattivo e di senso, che non fosse esclusivamente la necessaria partecipazione alla manifestazione; lo abbiamo fatto partendo dalla scuola, l’ambiente che ci è più vicino e che più di ogni altro può contribuire a sradicare, attraverso una sana formazione dei futuri cittadini, la malapianta dell’illegalità. “La mafia teme la scuola più della giustizia. L'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa” ebbe a dire Antonino Caponnetto, fondatore del pool antimafia di Palermo, e noi, con lui, evidenziamo l’esigenza che al lavoro delle forze di giustizia si affianchi un intenso investimento educativo e culturale per la promozione di una forte coscienza civile e della piena consapevolezza dei propri diritti e doveri nelle giovani generazioni. Per questo, con il necessario appoggio del preside prof. Rondinelli, che ringraziamo per il sostegno assicuratoci, abbiamo promosso, incontrando il vivo apprezzamento di studenti e docenti, in tutte le classi del liceo scientifico Fermi di Policoro, nella giornata di mercoledì 23, due ore di approfondimento su figure, quali Giancarlo Siani, Don Peppino Diana, Angelo Vassallo, Peppino Impastato e Padre Pino Puglisi, che hanno fatto della lotta alla mafia la loro ragione di vita. È ispirandosi alle loro parole e appassionandosi alle loro azioni, che l’azione di contrasto alle mafie può trovare nuovo vigore e coinvolgere coloro che, da prossimi cittadini italiani, vorranno, ci auguriamo, vivere in una società che coltivi e si fondi sui valori della giustizia e della legalità, aprendo una fase di serena e più civile convivenza nell’Italia intera”.
Lorena Latronico
Resp. “Studenti progressisti – Club dello Sperma Fortunato” di Policoro
Michele Masulli
Coord. Regionale “Studenti progressisti – Club dello Sperma Fortunato”
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