Via la norma «salva-Rete 4» dal decreto legge sull'attuazione degli obblighi comunitari. Dopo l'incontro con l'opposizione, il governo ha riformulato l'emendamento sulle tv eliminando sostanzialmente il comma 3 che era contestato dalle forze di minoranza. «Questa nostra scelta - afferma il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani - spiega quanto la cattiva interpretazione della norma fosse ingiustificata». Soddisfatte le forze di opposizione. «La battaglia parlamentare di questi giorni ha ottenuto un risultato, che è quello di togliere dall'emendamento del governo le parti che noi definiamo più inaccattabili e scandalose - esulta Paolo Gentiloni del Pd - voteremo contro, ma terminerà l'ostruzionismo, ostruzionismo che ha ottenuto dei risultati. Adesso si proseguirà la discussione parlamentare con tattiche diverse, visto che sono state levate le parti più inaccettabili - spiega l'ex ministro - ovvero quelle che assicuravano la prosecuzione dell'esercizio degli impianti, dell'utilizzo delle frequenze per i prossimi anni e quelle che davano al governo una sorta di potere di assegnazione delle frequenze digitali regione per regione. Queste parti dell'emendamento sono state tolte, rimane la contrarietà dell'opposizione, ma senza che continui l'ostruzionismo». Il capogruppo dell'Idv a Montecitorio, Massimo Donadi, precisa: «Il governo intende riformulare l'emendamento sulle tv facendo scomparire il comma tre dell'emendamento stesso: l'Idv ne prende atto e considera questa una battaglia vinta, ma sia chiaro che non siamo disponibili a nessun accordo con la maggioranza sul tema dell'informazione. Il nostro voto resta negativo - prosegue Donadi - perché comunque non si risponde alla Corte di giustizia europea. Per questo, noi non ritiriamo l'emendamento di Italia dei valori».
Nessun commento:
Posta un commento