Giro di vite per il comparto sanità messo a punto dai ministeri dell´Economia e del Welfare. Il Governo Berlusconi, mentre costantemente annuncia in maniera beffarda di avere a cuore gli interessi degli italiani, ha in programma una serie di misure che andranno ad incidere pesantemente sulla vita dei cittadini. I primi tagli interesseranno il personale e i posti letto degli ospedali. Inoltre il governo ha in programma di chiedere un impegno ai governatori delle Regioni ad applicare autonomaticamente i ticket, anche a carico dei non esenti, non appena i conti di Asl e ospedali minimamente accennano a superare il budget. La stretta finale del Governo Berlusconi sul sistema sanitario regionale verrà messa in atto con uno degli emendamenti al decreto legge 112 di stabilizzazione delle finanza all´esame della Camera, un anticipo del "Patto sulla salute" che il governo conta di chiudere con le regioni entro il 31 ottobre 2008. I tagli previsti fanno inorridire Enrico Letta, ministro del Welfare nel Governo Ombra del PD, tagli che Letta definisce "intollerabili e disastrosi, annunciati senza il più piccolo segnale di confronto con chi poi dovrà gestirli, ovvero le regioni". L'azione del governo Berlusconi è realizzata, come denuncia il ministro ombra, "senza porsi in alcun modo il problema delle prestazioni che verranno fatte mancare ai cittadini, peggiorando un servizio essenziale e alla fine dei conti spingendo le Regioni o a indebitarsi massicciamente oppure a mettere loro nuove tasse o ticket sanitari". I tagli annunciati mandano su tutte le furie anche Roberto Formigoni, governatore della Regione Lombardia del Pdl, il quale li stronca licenziandoli come "intollerabili"Sorprendente anche l'abolizione del superticket da 10 euro sulla specialistica, sul quale il governo non intende piegarsi né tanto meno le Regioni. Di fatti la proposta della maggioranza prevede la cancellazione definitiva del superticket dal 1 gennaio 2009 con l´impegno però del governo a farsi carico solo per 50 milioni della copertura totale di 854 milioni prevista dal 2007. In questo modo le Regioni dovranno coprire totalmente la restante cifra, pari a 784 milioni. Non solo il governo chiede ancora in maniera perentoria alle Regioni il taglio del 20% degli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari, dei compensi ai collegi sindacali di Asl e ospedali, e la riduzione degli oneri per gli "organismi politici" e per gli "apparati amministrativi" locali. E non è finita qui perché, nel caso in cui queste misure non siano sufficienti, le Regioni potranno decidere sui ticket, eventualmente graduandoli sulla specialistica, oppure aggiungendo altri ticket per altre prestazioni sanitarie (come per esempio farmaci o altro) in sede locale. Si tratta dunque di interventi rapidi e rigidi che consentono alla maggioranza di ridurre fortemente la spesa sanitaria ai danni naturalmente delle Regioni e di conseguenza sui cittadini, che vedrà in questo modo fortemente penalizzata la risposta sanitaria. Le Regioni ovviamente promettono di dare battaglia a questa serie di misure racchiuse in questi emendamenti al disegno di legge 121, una battaglia che vede in campo anche i governatori del centrodestra, tutti d´accordo e pronti a sferrare una dura opposizione al governo sia sul "Patto sulla salute" che sul superticket. Anzi per quanto riguarda il superticket, gli amministratori ribattono che gli 854 milioni dovrà sborsarli per intero il Governo. Nei prossimi giorni dunque ci sarà lo scontro su questi temi prima in Conferenza unificata proprio sul Dl 112 e subito dopo sul prevedibile maxiemendamento alla Camera con tanto di fiducia, su cui è possibile qualche cambiamento. Misure dunque estremamente pesanti su cui sono pronti a scagliarsi anche i sindacati di settore se saranno confermati i tagli previsti al personale in servizio con l´obiettivo "conseguente di ridimensionare i fondi per la contrattazione integrativa". Il Patto infatti afferma di garantire un "efficientamento del Sistema sanitario nazionale e dei suoi costi" senza scaricare "tensioni nei bilanci regionali extrasanitari" ed evitando, per coprire i disavanzi, il "ricorrere necessariamente alla leva fiscale", come invece accade ora con le super addizionali regionali. Sarà dunque un vero e proprio scontro vista la posta in gioco, uno scontro che al momento vede nell´occhio del ciclone anche la sanità laziale per la quale il Consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento. Marrazzo, governatore e commissario in pectore, non ha nessuna intenzione di accettare alcun incarico né di retrocedere se prima non saranno accolte le richieste avanzate dalla Regione Lazio, tra cui i 5 miliardi di arretrati, in gran parte eredità della giunta Storace, e una spalmatura del piano di rientro. Una guerra all´ultimo sangue, anche perché il Governo fa sapere di essere irremovibile sui 12 punti deliberati dal Consiglio dei ministri, che Berlusconi ha in programma di firmare al suo rientro dal Giappone, dove si trovava per il G8.
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