
Ma non è tutto nero. Studi recenti dimostrano ampi margini per aumentare la produttività. Dati teorici ma che trovano conferma in alcuni esempi. La ridefinizione delle procedure,l’inserimento dell’informatica e una migliore organizzazione dei ranghi. Vi è stato un cambio di passo da parte dei magistrati nel nuovo millennio e non rappresenta un’eccezione.
Nonostante tutto la situazione continua a peggiorare. Una quantità mostruosa di cause che si riversano nei tribunali, il proliferare continuo di ricorsi, tutto ciò dovuto anche ai governi che hanno reso e rendono tutto, o quasi, reato. La produttività dei nostri magistrati continua a precipitare come se una grande quantità di crimini da parte dei nostri “tutori della legge” venisse dimenticata, o più semplicemente messa da parte.
Pochi fannulloni ma una grande quantità di magistrati, che si nascondono dietro gli stacanovisti e quelli da prima pagina, che amano il “quieto vivere” e che ne fanno il proprio stile di vita. Poco produttivi per evitare errori,complicazioni o semplicemente perché poco amanti del lavoro.
Tutto ciò è garantito loro dalla sicurezza di lavoro, di carriera e di promozione. Sette magistrati su dieci ricevono un salario superiore agli incarichi che svolgono.
Finora promossi per anzianità. Oggi sottoposti a valutazione quadriennale (meccanismo che prevede controlli a campione per quanto riguarda la qualità e la quantità). Dovrebbe essere un motivo in più per darsi da fare, per essere ben visti, per lavorare sodo. Eppure non è così. Il limite del nostro sistema potrebbe essere visto nel Consiglio Giudiziario, che esercita le competenze di vigilanza sui magistrati ed i loro uffici giudiziari, formula pareri sul loro operato e adotta provvedimenti e sanzioni. Finora tutto normale, tranne per il piccolo particolare che , trattandosi di commissioni distrettuali, gli eletti si ritrovano a valutare i propri elettori. Come se in un’azienda le promozioni fossero decise dai rappresentanti dei dipendenti .
E’ certo che da soli i magistrati non potranno mai risolvere questi problemi. Servirebbero nuovi giudici, metodi di lavoro, mezzi. Bisognerebbe cancellare una miriade di leggi stupide e ad personam altrimenti qualsiasi sforzo sarebbe inutile.
Basterebbe anche, come inizio, in questo periodo di crisi mondiale, spostare le proprie priorità, ritornare ai valori di un tempo e ricominciare, soprattutto, a ragionare di più col cuore e col cervello che non con il portafogli.
Giovanni D'Alessandro
Giovani Democratici Policoro
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