sabato 14 marzo 2009

Magistratura tartaruga - di Giovanni D'alessandro

Una tra le più lente del mondo occidentale, con una miriade di casi in arretrato (5.425.000 fascicoli per il civile, 3.262.000 per il penale), durata media di un processo di circa sette anni (960 giorni per il primo grado, 50 mesi per l’appello). Tutto ciò annichilirebbe qualsiasi speranza, buona volontà o stacanovismo.
Ma non è tutto nero. Studi recenti dimostrano ampi margini per aumentare la produttività. Dati teorici ma che trovano conferma in alcuni esempi. La ridefinizione delle procedure,l’inserimento dell’informatica e una migliore organizzazione dei ranghi. Vi è stato un cambio di passo da parte dei magistrati nel nuovo millennio e non rappresenta un’eccezione.
Nonostante tutto la situazione continua a peggiorare. Una quantità mostruosa di cause che si riversano nei tribunali, il proliferare continuo di ricorsi, tutto ciò dovuto anche ai governi che hanno reso e rendono tutto, o quasi, reato. La produttività dei nostri magistrati continua a precipitare come se una grande quantità di crimini da parte dei nostri “tutori della legge” venisse dimenticata, o più semplicemente messa da parte.
Pochi fannulloni ma una grande quantità di magistrati, che si nascondono dietro gli stacanovisti e quelli da prima pagina, che amano il “quieto vivere” e che ne fanno il proprio stile di vita. Poco produttivi per evitare errori,complicazioni o semplicemente perché poco amanti del lavoro.
Tutto ciò è garantito loro dalla sicurezza di lavoro, di carriera e di promozione. Sette magistrati su dieci ricevono un salario superiore agli incarichi che svolgono.
Finora promossi per anzianità. Oggi sottoposti a valutazione quadriennale (meccanismo che prevede controlli a campione per quanto riguarda la qualità e la quantità). Dovrebbe essere un motivo in più per darsi da fare, per essere ben visti, per lavorare sodo. Eppure non è così. Il limite del nostro sistema potrebbe essere visto nel Consiglio Giudiziario, che esercita le competenze di vigilanza sui magistrati ed i loro uffici giudiziari, formula pareri sul loro operato e adotta provvedimenti e sanzioni. Finora tutto normale, tranne per il piccolo particolare che , trattandosi di commissioni distrettuali, gli eletti si ritrovano a valutare i propri elettori. Come se in un’azienda le promozioni fossero decise dai rappresentanti dei dipendenti .
E’ certo che da soli i magistrati non potranno mai risolvere questi problemi. Servirebbero nuovi giudici, metodi di lavoro, mezzi. Bisognerebbe cancellare una miriade di leggi stupide e ad personam altrimenti qualsiasi sforzo sarebbe inutile.
Basterebbe anche, come inizio, in questo periodo di crisi mondiale, spostare le proprie priorità, ritornare ai valori di un tempo e ricominciare, soprattutto, a ragionare di più col cuore e col cervello che non con il portafogli.






Giovanni D'Alessandro

Giovani Democratici Policoro

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