(ASCA) - Roma, 12 set - ''Abbiamo presentato stamane a Lampedusa il manifesto sull'immigrazione promosso dai Giovani Democratici. Una delegazione dei Giovani Democratici insieme ad una delegazione di nuovi italiani, ha lanciato dall'isola il proprio viaggio nell'Italia dell'immigrazione, nell'Italia di domani''. Lo dichiara Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani democratici.
''Quella di oggi e' solo la prima tappa - spiega Giuseppe Razzano responsabile nazionale comunicazione Giovani Democratici - di un viaggio nell'Italia dei nuovi italiani, alla scoperta del futuro dell'Italia che gia' abita nel nostro paese. Nuove iniziative che vedranno protagonisti i Giovani Democratici sono in programma su tutto il territorio nazionale gia'dalla prossima settimana''.
Intanto, crescono sempre piu' le adesioni all'appello promosso dai Giovani Democratici sul tema dell'immigrazione e dei nuovi italiani. L'appello, che ha gia' ricevuto l'adesione tra gli altri del giornalista Gad Lerner, dello scrittore Amara Lakhous, del saggista Giancarlo
Bosetti, dell'attrice somala Shukri Said, dell'ambasciatore Mario Scialoja, del presidente dei Giovani Musulmani d'Italia Omar Jibril e del presidente dei Giovani Ebrei Daniele Nahum, e' stato sottoscritto oggi dal responsabile immigrazione della CGIL Piero Soldini e del responsable immigrazione delle ACLI, Antonio Russo, oltre che della ex vicepresidente della corte costituzionale Fernanda Contri e da Andrea Olivero, presidente nazionale delle ACLI.
I Giovani Democratici hanno visitato anche il cimitero di Lampedusa insieme a Fernanda Contri, ex vicepresidente della Corte costituzionale, per rendere omaggio alle vittime dei viaggi della speranza e successivamente hanno deposto una corona di fiori alla Porta d'Europa di Mimmo Paladino, dove Laura Boldrini, portavoce dell'UNHCR, portera' la propria testimonianza sul lavoro che la sua organizzazione svolge nell'isola.
"Stranieri di nome, italiani di fatto" ecco il manifesto
L'Italia del futuro parla diverse lingue, ha molte religioni, ha culture differenti. L'Italia del futuro sarà anche il futuro di Samir, Paula, Idra, Pietru e di tanti altri ragazzi nati in italia da genitori stranieri. L’immigrazione è un fenomeno che appartiene alla storia dell’umanità ed è parte integrante della storia del nostro Paese. Appartiene all'umanità perchè l'uomo è nato in cammino. Appartiene alla storia delle religioni e delle chiese, fondate spesso da uomini in fuga ed in in cerca di un rifugio. Appartiene alla storia d'Italia che ha visto sin dalle sue origini l'arrivo di popoli, lingue e culture differenti che mescolandosi hanno costruito la nostra società. Culture testimoniate anche dalla presenza sparsa nella penisola di minoranze linguistiche storiche tutelate dalla Costituzione. Appartiene alle storia delle donne e degli uomini di questo paese, che sono emigrati sia dal nord che dal sud, alla ricerca di maggiore benessere in tutti gli angoli del pianeta. Appartiene alla storia recente dell'Italia che sta vedendo da almeno vent’anni la presenza stabile di cittadini di origine straniera, molti dei quali sono divenuti nuovi cittadini italiani.
Non è più questione di se. Se accogliere o meno queste persone, se contaminarci o meno con altre culture, se cambiare o meno le nostre abitudini. E' ormai questione di quando. Di quando ci accorgeremo che quasi tre milioni di persone residenti nel nostro paese non hanno accesso alla cittadinanza, di quando capiremo che insieme ai nostri bambini a scuola sono presenti centinaia di migliaia di bambini di origine straniera, di quando avremo consapevolezza che la nostra ricchezza e soprattutto le nostre pensioni sono ormai frutto del lavoro di individui che provengono dai più svariati angoli del mondo.
Chi parla di riserve, di muri o di confini da fortificare non fa i conti con la realtà. Una società multiculturale non è frutto del progetto di un'organizzazione politica ma è prodotto ineludibile della storia. La storia di oggi ci dice che le società contemporanee maggiormente destinate al successo sono proprio quelle in grado di cogliere le opportunità che nascono dalle migrazioni. A rendere necessario un cambiamento di prospettiva nei confronti del fenomeno migratorio sono le ragioni ineludibili della globalizzazione e della demografia, prima ancora dei posizionamenti politici.
Secondo l’ISTAT, da oggi al 2050, la popolazione di cittadinanza italiana diminuirà del 10%. Ancora più forte sarà il calo nelle classi di età più giovane: da 0 a 25 anni sarà del 18%. Al contrario la popolazione di origine straniera aumenterà continuamente fino ad arrivare al 17% nel 2050. In alcune aree del paese il cambiamento sarà ancora più pronunciato: tra 40 anni, nelle regioni settentrionali 1 cittadino su 4 sarà di origine staniera. In questa area del paese l’incremento della componente giovanile sarà ancora più forte: già tra 20 anni 1 giovane su 4 sarà di origine straniera e in alcune aree locali 1 su 2. Oggi in alcune regioni del Nord un neonato su 4 ha una madre straniera. Le ragioni di un cambiamento demografico di così grande portata hanno le radici nel presente ma sono protese verso il futuro. Il cambiamento demografico in atto non è un possibilità. E' realtà. Ci sarà un ricambio significativo di popolazione e saremo tutti diversi, tutti “nuovi italiani”, noi e gli stranieri. Una presenza plurale di persone provenienti da tutto il mondo che rappresenta un elemento di novità e un’opportunità per il futuro della nostra società, in particolare per le giovani generazioni.
Questa è la realtà dei fatti, questa è l'Italia del presente, questa sarà l'Italia del futuro. Per capire l'Italia del futuro è necessario conoscere il futuro dell'Italia. Questo è il viaggio che i Giovani Democratici vogliono intraprendere, insieme a coloro che vorranno unirsi a questo cammino. Abbiamo scelto di iniziare questo viaggio da Lampedusa. Lampedusa, luogo simbolico e capace di evocare emozioni come nessun altro in Italia. Sappiamo che non tutto il mondo dell'immigrazione italiana passa da qui. Ma in questo momento questa isola sta diventando l'emblema di una situazione arrivata al limite e su cui non è più possibile tacere. La misura è colma, e lo è perché non solo non viene calpestato il diritto internazionale ma anche la dignità umana.
La politica, che troppo spesso ha perso il senso della realtà ed ha abbandonato il dono della profezia, ha dinanzi a se il fronte del cambiamento, il luogo delle sfide che la società contemporanea vive.
Cambiare la prospettiva vuol dire creare le basi affinché anche nella società, la portata di queste sfide venga capita ed accolta.
Ma cambiare la prospettiva vuol dire prima di tutto mettere in atto azioni ed iniziative concrete, delle vere e proprie priorità strategiche. Per questo proponiamo:
Una riforma del diritto di cittadinanza, che renda possibile a tutti coloro che nascono o che crescono nel nostro paese di ottenere il passaporto italiano. Questo non assicura automaticamente la piena inclusione, come è possibile vedere anche in altri contesti geografici, ma fissa le condizioni per le quali italiani ed immigrati possano sfuggire meno facilmente alle proprie responsabilità;
la cancellazione del reato di clandestinità, perché è impossibile essere accusati per ciò che si è piuttosto che per ciò che si fa;
una legge quadro sul diritto d'asilo che da troppo tempo è assente in Italia, una mancanza colpevolmente usata come alibi;
il diritto di voto per gli immigrati per le elezioni amministrative, come strumento forte di integrazione degli immigrati all'interno dei contesti locali; la creazione di un fondo speciale per le scuole elementari ad alto tasso di presenza di bambini di origine straniera, da finanziare con le entrate della sanatoria corrente, perché è dalla scuola che inizia l'integrazione degli immigrati;
una nuova legge sulla libertà religiosa, perché la presenza di culti e tradizioni differenti rende necessaria una riflessione nuova sul rapporto tra società e sensibilità religiose, che diventano sempre più presenza pubblica nel nostro paese.
L'Italia del futuro sarà tale se riusciremo a riconoscere e interpretare il futuro dell'Italia che già abita nel nostro paese. Ma non sono solo le ragioni della storia a chiederci questo. La presenza di milioni di nuovi cittadini italiani non è solo una necessità. E' speranza di riprendere il filo del senso di una comunità in cui tutti siano cittadini. E' anche speranza di cambiamento e novità. E' anche capacità di leggere i fatti del nostro tempo per vivere con fiducia il futuro. Per costruire un paese in cui non lasciamo morire in mezzo al mare chi parte in cerca di una possibilità e in cui la paura non renda prigioniero il nostro futuro.
Primi firmatari
Gad Lerner, giornalista, Fernanda Contri l'ex vicepresidente della Corte Costituzionale, Piero Soldini responsabile immigrazione CGIL, Antonio Russo responsabile immigrazione ACLI, Andrea Olivero presidente ACLI, Amara Lakhous scrittore, Karim Metref scrittore algerino, Giancarlo Bosetti saggista dell'attrice somala Shukri Said, Shukri Said attrice, Mario Scialoja ambasciatore, Omar Jibril presidente dei Giovani Musulmani d'Italia, Daniele Nahum presidente dei Giovani Ebrei, Fausto Raciti segretario nazionale dei Giovani Democratici
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