Prima di tutto, voglio ringraziare Piero Manolio I° segretario del Circolo cittadino del PD di Policoro. Piero con il suo equilibrio, la sua pacatezza ha avuto l’onore e l’onere di organizzare il Partito Democratico di una città non certo facile come Policoro. E’ stato un lavoro intenso e di grande responsabilità, ha dovuto da subito affrontare ben tre competizioni elettorali, quando il partito era ancora tutto da inventare e da organizzare. Ha saputo superare momenti difficili e ora ci consegna un circolo cittadino che ha una sua precisa connotazione e un gruppo di militanti e simpatizzanti cospicuo.
Dalle consultazioni che ci sono state in questi giorni, è emerso il mio nome come candidato alla segreteria del PD cittadino.
Perché io e perché in questo momento?
Nel PD di Policoro in tanti avrebbero potuto degnamente ricoprire questo ruolo, persone con una esperienza politica certamente superiore alla mia, che in verità è cominciata nel 2007 con la nascita del PD.
Un partito che ha subito attratto la mia attenzione per i valori che esso veicolava e che sono tutt’ora pregnanti in questo partito. Esso raccoglie persone che prima militavano in partiti diversi, spesso in competizione fra loro e certamente è stato difficile unirle in un unico partito riformista e democratico, con un unico programma e unite da VALORI condivisi.
Questo processo di unione è lungo e non si è ancora completato, anche se siamo a buon punto, presenta insidie continue, però è un obiettivo a cui io intendo collaborare perché possa essere raggiunto pienamente.
Ed ecco la risposta alla domanda iniziale. IO rappresento in questo momento un elemento di unità, non avendo precedentemente militato attivamente in alcun partito prima dell’avvento del PD, anche se provengo da una generazione che ha portato avanti negli anni 70 tante battaglie che hanno cambiato i costumi di una Italia che all’epoca presentava tante ingiustizie sociali e tante discriminazioni .
Poi, l’avvento del terrorismo e delle sue distorsioni, portò molti di noi ad allontanarsi dalla politica che non rappresentava più i nostri ideali di libertà. Dopo anni di speranze e delusioni siamo arrivati all’ottobre 2007 quando nel PD tanti hanno trovato una casa comune, la casa dei progressisti italiani, in cui entrare senza sentirsi ospiti, ma a casa propria. Un partito che non deve vivere più di nostalgie delle vecchie appartenenze, ma che vuole costruire un futuro comune, che vuole rompere le barriere e le caste di protezione che impediscono ai giovani talenti di emergere, che vuole fare scelte, pensando alle nuove generazioni e non alle prossime elezioni, un partito in cui i suoi esponenti pensano al bene comune e non al proprio esclusivo bene. Questa è una profonda convinzione che informerà il mio mandato e alla quale sia ben chiaro , non derogherò.
Il PD è un grande partito ed è pertanto impensabile che ci sia un pensiero unico.
Al suo interno le varie anime convivono, rispettandosi vicendevolmente in un dialogo costruttivo, avendo il collante del comune progetto e di valori consapevolmente condivisi da tutti.
Quindi non dobbiamo stupirci se al suo interno sembrano esserci scontri, incontri e ancora scontri; è l’effetto del dialogo democratico e del rapporto dialettico tra le parti che è la cifra del nuovo che deve avanzare e che certamente non esiste nel centro destra , dove prevale un solo pensiero e una sola azione, quella del leader unico Berlusconi, nostro Presidente del Consiglio, per cui agli occhi di molti italiani il centro sinistra appare in continuo contrasto interno e litigioso e il centro destra compatto e alieno da ogni tentennamento, almeno fino a qualche mese fa.
Amici, ben venga la nostra litigiosità, se questa è l’esplicitazione e il polso del livello di democrazia !
L’importante però poi, è trovare un equilibrio e dare delle certezze.
Di queste certezze tutti dobbiamo esserne a conoscenza e tutti dobbiamo perseguirle fino al raggiungimento degli obiettivi.
I nostri sono ben diversi da quelli del centro destra.
Sono mesi che ci occupiamo del lodo Alfano , del legittimo impedimento.
Nessun italiano ha bisogno del lodo Alfano o del legittimo impedimento, grazie a Dio i nostri leader non ne avrebbero bisogno.
Poi c’è la guerra alla magistratura, perché di ciò si tratta.
Noi abbiamo ben chiaro che la democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, i giudici devono essere posti nella condizione di esplicare liberamente il loro lavoro.
E ancora la politica economica di Tremonti che tende a penalizzare i ceti medi e i ceti più deboli dei pensionati e dei disoccupati con i tagli orizzontali che hanno prodotto lo sfacelo nelle imprese, nella scuola e nella categoria dei dipendenti pubblici (i fannulloni di Brunetta), con l’aumento esponenziale dei nuovi poveri.
Tremonti non ha toccato minimamente i redditi più alti come quelli dei manager i quali percepiscono stipendi 400/ 500 volte superiori rispetto a quello di un dipendente pubblico. E’ VERGOGNOSO !
Quali sono i nostri obiettivi?
Primo fra tutti è una politica etica del lavoro che dia dignità all’uomo, questo è un diritto sancito dalla costituzione che a proposito di lavoro dignitoso all’art. 32 sancisce che esso è un “diritto dell’individuo e della collettività” e ancora nel successivo art.40 recita: “ l’iniziativa economica privata è libera, non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Un lavoro che consenta agli uomini e alle donne di mantenere i propri figli, che dia ai giovani fiducia nel futuro.
Basta con i contratti a termine ! Basta con la precarietà che di fatto non dura 1 o 2 anni, ma che si prolunga per anni e anni fino a che la persona arriva quasi all’età del pensionamento!
I diritti dei lavoratori vanno rispettati, essi sono il risultato di lotte di intere generazioni, non è l’Italia che deve adeguarsi alla Cina o alla Serbia, ma è proprio il contrario. La legge 81/08 (ex 626) sulla Sicurezza e Salute delle Lavoratrici e dei Lavoratori, non è un lusso che non ci possiamo permettere come ha detto Tremonti, ma solo rispetto per la persona umana.
Poi c’è la politica energetica e dell’ambiente. In questo campo è il disastro più assoluto. Un governo che vuole ritornare al nucleare e che non sa neppure dove mettere i rifiuti prodotti in passato, a cui dovrebbero aggiungersi quelli futuri.
Certo è che in Basilicata non metteranno neppure un grammo in più rispetto a quelli che già dobbiamo sorbirci e che ci stiamo sorbendo da anni a Policoro.
Poi c’è la politica culturale per la quale la Scuola è stata vessata da questo governo, e che deve ritrovare la centralità che le spetta per l’importanza che riveste nella formazione delle nuove generazioni. Una Scuola non fondata sul concetto di competizione sfrenata in cui si valorizza solo l’eccellenza ( come da tempo ci viene propinato) , ma in cui ogni ragazzo sia protagonista della sua crescita e che venga apprezzato per quello che sa fare e che sa mettere a disposizione degli altri. Siamo tutti indispensabili in una società solidale: l’anziano, il vecchio con i suoi problemi di salute, i portatori di handicap, ognuno riveste la sua importanza ed ha diritto alle attenzioni di tutti, a maggior ragione se si tratta di persone in difficoltà.
Poi c’è la politica a favore dei giovani.
Dobbiamo ridare fiducia nel futuro ai nostri giovani. Siamo tutti responsabili della situazione in cui versa oggi l’Italia e certo non ne sono orgogliosa se a causa nostra, della nostra generazione, con le nostre scelte sbagliate e poco lungimiranti, consegniamo ai nostri figli una nazione in ginocchio, devastata dalla crisi economica, da cui non si vedono spiragli di ripresa.
Sono loro che mi preoccupano maggiormente e a cui voglio dare tutto il mio sostegno in qualunque modo possibile.
Orbene, è tenendo conto di questi obiettivi che voglio collaborare al consolidamento e al potenziamento di questo partito.
I nostri militanti, i nostri iscritti, sono una risorsa preziosa, perché è con loro e con tutte le persone di buona volontà anche non iscritte, anche solo simpatizzanti, che voglio interloquire, per far venire fuori idee e consolidare i valori che ci uniscono.
Mi aspetto da tutti voi, che sperate come me in un futuro migliore, un sostegno a questo compito che mi è stato affidato. Io da sola non posso nulla, ma tanti di voi insieme a me, lavorando, sperando, lottando per il bene comune, sono convinta, potranno fare tanto.
E’ una sfida che raccolgo con entusiasmo, convinta che, se riusciremo nel nostro piccolo a cambiare qualcosa, allora avremo la speranza che si possano attuare anche i grandi cambiamenti.
Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto, lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo ai nostri giovani che, nonostante tutto, hanno ancora fiducia in noi.
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