giovedì 13 agosto 2009

La sintesi del mio contributo al dibattito "Scuola e Università: quale futuro?" tenutosi a Bernalda durante la Festa della generazione Democratica


“Scuola ed Università : ..quale futuro”

Questo titolo da, a mio avviso, alla discussione due chiavi di lettura.

Ci mette di fronte a due grandi interrogativi..

Quale idea di scuola e quale idea di università abbiamo noi, come partito, quale proposta alternativa forniamo noi ai cittadini, e

Quale futuro avrà la scuola e l’università con questa riforma Gelmini.

Penso che il dibattito debba avere questa impronta, cioè non dobbiamo soffermarci alla mera critica, ma dobbiamo comunque fornire una nostra proposta alternativa ai cittadini che gentilmente ci stanno ascoltando.

Io immagino una scuola e un università fondata sulla meritocrazia, che premi il merito e che tuteli il diritto allo studio,

una scuola vista non come una parentesi di vita dove dei professori giudicano numericamente gli sforzi temporanei di una ragazza o di un ragazzo,

ma un luogo in cui si forma la sia culturalmente che socialmente un ragazzo.

Bisogna far capire a chi amministra l'istituzione scolastica, che i giovani studenti saranno la futura classe dirigente di questo Paese!

Una scuola che si basi sull’art. 34 della nostra Costituzione “ La scuola è aperta a tutti”, dove si insegna ai ragazzi a convivere e a condividere dei momenti di fratellanza ,con ragazzi di diversa religione e diversa cittadinanza,

Scuola e università insomma, come base per il nostro futuro, dove è fondamentale l’apporto pubblico.

Non c’è errore più grande che considerare i “saperi” una mera voce di bilancio, come questo governo ahimè sta facendo.

Badate, il decreto Gelmini, è stato costruito sostanzialmente, non per riformare la scuola, ma per risparmiare denaro Pubblico.

Centomila insegnati in meno, tra quelli di ruolo e supplenti, riduzione del 17% del personale ATA.. manovra che garantirà un risparmio di 4,6 miliardi di euro.

Questo “risparmio” in Basilicata, ad esempio, avrà effetti devastanti, porterà alla scomparsa di numerosi plessi scolastici!

E’ facile da Roma pensare che nei piccoli centri le scuole non servano.

E che bisogna avere una grande scuola per area..

Pensate nella nostra regione l’inverno,

un bambino che deve ogni mattina viaggiare da un piccolo paese di montagna di mille abitanti ad un altro, con tutti i problemi di mobilità che ci sono, dovuti soprattutto ad aspetti climatici..

L’impossibilità di viaggiare ogni giorno porterà all’impossibilità di frequentare i plessi scolastici e questo inevitabilmente porterà ad una disparità didattico-formativa tra un bambino di un piccolo paese lucano e un bambino di Roma.

Non è questo l’impianto didattico a cui noi facciamo riferimento.

Noi siamo quella generazione che pensa: ai “saperi” come la “sicurezza”o la “sanità” non come voci di bilancio, ma come i tre punti cardine per il progresso della nostra società,

su cui non si può risparmiare.


ciccio.

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